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Arriva il cemento che si ripara da solo: sembra un organismo vivente

Questo cemento che vive potrebbe essere la soluzione ai cambiamenti climatici e fisici creando edifici geneticamente modificati con fondamenta più sicure in grado di ripararsi e reagire alle catastrofi.
A cura di Clara Salzano
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Immaginate un materiale le cui cellule reagiscono ai cambiamenti climatici e si rafforzano o indeboliscono in base alle condizioni del terreno: è ciò a cui sta lavorando un team di scienziati provenienti dalla Newcastle University, guidati dall'accademico in architettura Dr Martyn Dade-Robertson. La ricerca, già preceduta da uno studio della Delft University of Technology, è rivolta alla creazione di un bio-cemento composto da cellule ingegnerizzate che possono ripararsi da sole o creare fondamenta più sicure. Questo nuovo materiale sarà presentato alla conferenza ACADIA, nel Michigan, negli Stati Uniti d'America, questa settimana.

Stiamo cercando di creare un materiale sensibile che potrebbe avere ampie applicazioni architettoniche, ad esempio la creazione di basi per edifici senza bisogno di scavare trincee e riempirle con il calcestruzzo.
Dr Martyn Dade-Robertson

Il bio-cemento del team della Newcastle University è fatto di batteri che vivono; i geni sarebbero programmati per rispondere all'ambiente circostante. Sarebbe possibile così avere strutture che reagiscono alle sollecitazioni del terreno indipendentemente dall'intervento umano e in un periodo così delicato, come quello del post terremoto nel Centro Italia, questa notizia può solo fa ben sperare che certe tragedie in futuro saranno evitabili. Lo scopo del Dr Martyn Dade-Robertson è quello di creare edifici geneticamente modificati in grado di essere autonomi in caso di cambiamenti climatici o fisici: non saranno più necessari manutenzioni, consolidamenti o restauri perché il cemento vivente si rigenererà da solo.

Il primo passo è stato individuare i geni del batterio.
È stata fonte di ispirazione la ricerca di un gruppo di studenti della stessa Newcastle University School of Architecture che hanno scoperto il batterio BacillaFilla che può riparare da solo le lesioni nel calcestruzzo attraverso la produzione di carbonato di calcio e una colla a base di zuccheri. Gli scienziati guidati dal Dr Martyn Dade-Robertson hanno invece utilizzato il batterio intestinale Escherichia coli. Dopo aver individuato i geni di questo batterio, hanno potuto modificarne il DNA e il prossimo passo sarà quello di inserire nei geni dell'Escherichia coli gli stessi geni del BacillaFilla in modo da creare un materiale nuovo che reagisce ai cambiamenti. Questa ricerca potrebbe inoltre fare molto di più: creare una nuova tipologia di edifici con un nuovo tipo di Computer Aided Design applicazione (CAD). Il Dr Dade-Robertson spiega : "L'applicazione suggerisce un nuovo modo di fare design…. Tale tecnologia spingerebbe ben oltre lo stato attuale e sfiderebbe una nuova generazione di progettisti di ingegneria a pensare a scale multiple molecolari per l'ambiente costruito e ad anticipare l'ingegneria civile con gli organismi viventi".

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