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Napoli, ecco come diventerà la Stazione Zoologica della Villa Comunale

Conosciuta come l’Acquario di Napoli, la Stazione Zoologica Anton Dohrn si prepara ad una attenta ricostruzione grazie al progetto del giovane architetto Sossio De Vita.
A cura di Clara Salzano
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Sin dalla sua inaugurazione il 14 aprile del 1875, la Stazione Zoologica Anton Dohrn, nell'attuale Villa Comunale di Napoli, è stata un enorme vanto per la città. L'edificio ospita al suo interno l'Acquario di Napoli, che è il più antico d'Italia, ed è sempre stato un Centro Mondiale di studio della Biologia marina. Grazie ad un concorso internazionale di progettazione, la Stazione Zoologica Anton Dohrn sarà oggetto di un'interessante ricostruzione del corpo centrale che ospitava la biblioteca. Sossio De Vita è il vincitore del concorso indetto da Fondazione Inarcassa, braccio operativo sui temi della professione creato da Inarcassa, che ha premiato il progetto del giovane architetto partenopeo per il layout funzionale, la composizione architettonica e la sostenibilità ambientale.

L'idea di una struttura agile, flessibile, piccola ma piena di coraggio e di spirito di iniziativa, costituisce lo "spirito" costante della Stazione, dalle sue origini ad oggi.

SZN

La Stazione Zoologica Anton Dohrn

La Stazione Zoologica è un'organismo vivente che ha già vissuto quattro fasi della sua vita e si appresta, con il progetto del giovane Sossio De Vita, a viverne una quinta: nel 1873 venne realizzato il primo corpo della Stazione Zoologica Anton Dohrn, fondata a Napoli proprio per volontà del naturalista e zoologo tedesco Anton Dohrn; nel 1888, al primo nucleo, se ne aggiunge un secondo, staccato e legato al volume precedente tramite un ponte; il cortile e la parte occidentale vennero costruiti nel 1905; e nel 1957, tra il primo e il secondo edificio, viene inserita la biblioteca, in luogo del ponte di collegamento. Il 26 gennaio 1874 è la data di apertura dell'Acquario di Napoli nella Villa Comunale, allora Parco Reale, che ha rappresentato, sin dalla sua fondazione, un primato della città nel mondo con il più antico acquario del XIX secolo ancora oggi in attività, l'unico esclusivamente dedicato alla fauna e alla flora del Mediterraneo. Nell'edificio della Stazione Zoologica di Napoli,  oltre all'acquario, trovano luogo l'erbario, l'archivio storico, la biblioteca ed un'interessante collezione zoologica. La struttura di qualità architettonica tipicamente ottocentesca non ha subito enormi modifiche negli anni, eccetto la realizzazione del corpo della biblioteca negli anni Cinquanta a cura di Frediano Frediani con una struttura in cemento ed acciaio, completamente diversa rispetto alla preesistenza. Ed è proprio l'edificio dell'ex biblioteca della SZN ad essere oggetto del concorso di progettazione architettonica indetto da Fondazione Inarcassa.

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Il concorso

Il concorso di progettazione indetto da Fondazione Inarcassa è stato organizzato a procedura aperta a architetti e ingegneri cittadini dell’UE abilitati all’esercizio della professione, e in due gradi. La progettazione riguarda la ricostruzione del corpo centrale dell'ex biblioteca della Stazione Zoologica nella Villa Comunale, proprio sul lungomare di Napoli. Tale parte dell'edificio è stata realizzata nel 1957 da Frediano Frediani per la nuova sala della biblioteca, che riempiva il vuoto tra i primi due volumi della storica Stazione Zoologica. L'idea progettuale di Sossio De Vita ha vinto contro 70 proposte pervenuti alla Fondazione in prima fase, delle quali solamente 15 sono entrate di diritto nella seconda fase del bando. Al progetto vincitore, come stabiliva già il bando del concorso, spetta anche l'incarico professionale per la progettazione preliminare definitiva ed esecutiva dell'intervento per un importo complessivo già fissato in €. 272.644,95.

Il Presidente della SZN, Roberto Danovaro ha descritto l’iniziativa così: "Un'altra cosa bella per Napoli e con Napoli: la biblioteca è un patrimonio della Città, della Campania e dell'Umanità. La zona che andiamo a rivedere architettonicamente ospita la più grande biblioteca mare che, con il Comune di Napoli, abbiamo deciso di spostare nella Casina del Boschetto. Occorreva una grande opera per rifunzionalizzare quest’area, al fine di ottenere spazi aperti alle infrastrutture europee e come tale metterà a disposizione di tutta l'Europa le nostre ricerche. È importante ricordare, inoltre, che al piano zero di questa nuova struttura è in corso di realizzazione l’ampliamento dell'acquario storico, che mostrerà gli organismi dal punto di vista dei ricercatori, spiegando come vengono studiati per migliorare le conoscenze dell'uomo".

Il progetto vincitore

L'architettura è un processo organico per Sossio De Vita che, a 31 anni, ha vinto il concorso per la ristrutturazione del corpo centrale dell’ex biblioteca della Stazione Zoologica “Anton Dhorn”. L'architetto napoletano vince un'importante gara internazionale da giovanissimo, soprattutto per la realtà italiana, ma come lo stesso Sossio De Vita sottolinea in conferenza stampa, ha 31 anni anche il naturalista e zoologo tedesco Anton Dohrn quando sceglie di fondare la sua Stazione Zoologica a Napoli. Tre decadi non sono dunque affatto poche per essere all'altezza di un progetto complesso come quello di riqualificazione di una parte dell'edificio che ospita il rinomato Acquario di Napoli e nei cui laboratori hanno operato attivamente ben 19 premi Nobel nel campo delle scienze biologiche.

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I concetti di autonomia e specificità sono alla base del progetto di Sossio De Vita. L'intervento del giovane architetto napoletano rappresenta una quinta fase di vita della Stazione Zoologica di Napoli, nata come albergo per i Ricercatori nel Golfo di Napoli. Il complesso edificio ha un impianto prettamente ottocentesco a cui si è aggiunto, nel 1957, il corpo della ex biblioteca ad opera di Frediano Frediani, oggetto del concorso di progettazione. Il progetto dell'architetto De Vita propone la sostituzione edilizia dell'edificio degli anni Cinquanta con un approccio contemporaneo e, al contempo, con una proposta rispettosa della memoria dell'edificio: "Il progetto utilizza più di 60 vetrate, 40 per rileggere due fronti andati perduti negli anni '50 del Novecento dell'intervento di Frediano Frediani, che aveva cancellato due fronti storici dell'edifico ottocentesco e altri venti aperti sulla città", spiega l'architetto napoletano. Il nuovo corpo si sviluppa su quattro livelli, seguendo i marcapiani della struttura ottocentesca, e si mostra come un volume trasparente e leggero che recupera gli elementi della teca e delle vasche caratterizzanti lo storico Acquario di Napoli. Sossio De Vita conclude dicendo: "Il nuovo intervento cerca di essere autonomo e indipendente formalmente e costruttivamente rispetto alla struttura preesistente e specifico perché cerca di integrarsi al meglio nella memoria del vecchio edificio e del contesto in cui è inserito".

Questa opera rappresenta Napoli, una città che sa rinnovarsi e guardare al futuro, valorizzando al contempo il suo enorme patrimonio storico, architettonico e culturale.

Roberto Danovaro, Presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn

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