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Napoli, ecco come rinasce l’area di Porta Capuana

A partire dal restauro del chiostro cinquecentesco della Chiesa di Santa Caterina a Formiello, il progetto Made in Cloister si fa promotore di un nuovo sviluppo territoriale, culturale e sociale della zona di Porta Capuana. L’Arch. A. G. Martiniello ci spiega come avverrà questa rinascita.
A cura di Clara Salzano
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Lou Reed, Patti Smith, Jimmie Durham, Mimmo Paladino, sono solo alcuni dei nomi noti che hanno creduto e sostenuto il progetto Made in Cloister. Nato nel 2012 dall'idea di Antonio G. Martiniello con i coniugi Rosa Alba Impronta e Davide de Blasio, Made in Cloister è un progetto di rigenerazione urbana e culturale che prende avvio dal restauro del chiostro cinquecentesco della Chiesa di Santa Caterina a Formiello a Napoli. Da anni il chiostro, raro esempio di Rinascimento napoletano e archeologia industriale, vessava in stato di totale abbandono, oggi, grazie a Made in Cloister, diventa uno spazio multidisciplinare aperto alla città e motore di un nuovo sviluppo territoriale, culturale e sociale di Porta Capuana.

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Se Porta Capuana è una delle aree più complesse e antiche di Napoli, con il recupero del chiostro di Santa Caterina a Formiello, Made in Cloister si propone sia come spazio espositivo per l’arte contemporanea e le attività artigianali, centro creativo e culturale, ma soprattutto come luogo di incontri, di sperimentazione e produzione dell'artigianato, aperto alla città. Perché solo attraverso il lavoro può avvenire la rigenerazione urbana, produttiva e sociale di tutta l’area di Porta Capuana, che ancora oggi non risulta integrata nel centro storico di Napoli, di cui Made in Cloister si fa promotore con un progetto completamente finanziato da fondi privati e dal crowdfunding.

Ci siamo innamorati di questo luogo per la sua storia. Nel ‘500 il chiostro aveva un orto che forniva le erbe per la farmacia della Chiesa, nel ‘800 divenne luogo di produzione di lana e divise. Quindi l’idea che il “fare” sia sempre stato nell’anima di questo chiostro ci ha convinto che eravamo arrivati nel posto giusto. Il recupero di Made in Cloister è stato prima architettonico e ora diventa creativo, produttivo e sociale. Lo spazio si propone di diventare il cuore pulsante dell’area di Porta Capuana, un luogo aperto agli artisti e agli artigiani per recuperare e innovare l’identità di una zona che da molti decenni ha perso un ruolo e vissuto uno scollamento culturale e sociale rispetto al resto della città. Insomma, noi di Made in Cloister, abbiamo l’ambizione di essere un punto di partenza.

Architetto Antonio G. Martiniello, fondatore dello Studio Keller Architettura e membro fondatore della Fondazione Made in Cloister

Tradizione del made in Italy e stile innovativo saranno il motore per il nuovo sviluppo di Porta Capuana. Artisti e designer potranno risiedere e lavorare nel Chiostro, e più in generale in vari spazi del Lanificio di Napoli adiacente alla Chiesa di Santa Caterina a Formiello, con i maestri artigiani napoletani. All'interno del complesso già è possibile trovare un folto gruppo di botteghe artigiane che si occupano di attività che vanno dall’intaglio alla legatoria, dalla lavorazione delle porcellane al ferro battuto, dal restauro delle bambole al liutaio. Jimmie Durham con la moglie ha instaurato qui la loro casa-studio d'arte. "Crea e Stampa 3d Napoli" ha qui il suo laboratorio di stampa 3D. L'associazione culturale Intolab anima alcuni spazi dell'ex Lanificio con eventi di musica contemporanea e mostre d'arte. Qui ha sede anche la CarloRendanoAssociation, pionere della riqualificazione del complesso di Santa Caterina a Formiello, che dal 2006 si occupa di promuovere ed organizzare eventi innovativi, d’intrattenimento sia artistico che culturale. Presto si inaugurerà la residenza per artisti Casa Cloister. Nel progetto verranno inoltre coinvolti non solo gli artisti e gli artigiani ma anche i giovani del quartiere attraverso una scuola di formazione per gli antichi mestieri e gli immigrati attraverso l'associazione Dedalus. “La fase dei lavori è stata lunga e complessa – illustra Rosa Alba Impronta presidente della Fondazione Made in Cloister – ma per Made in Cloister l’apertura al pubblico rappresenta la vera sfida affinché il chiostro, con la sua programmazione culturale che vedrà impegnati artisti e designer internazionali, possa fare da traino verso uno sviluppo che seguirà la vocazione naturale dei luoghi, utilizzando la cultura e la bellezza come motore di un progetto di rigenerazione urbana”.

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