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Napoli: un Plastic Village per accogliere i senza tetto

Un alloggio di prima ospitalità in plastica è il nuovo progetto proposto dall’architetto Gambardella, in collaborazione con la Fondazione Plart e Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee di Napoli per far sentire i senza tetto e gli immigrati non più stranieri ma ospiti.
A cura di Clara Salzano
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Si sente spesso parlare di immigrazione, di emergenza dei senza tetto, specialmente in questo periodo storico e con l'inverno ormai alle porte. L'accoglienza è diventato un tema centrale delle politiche europee ed una questione etica che difficilmente può essere ignorata. Ed è in questo clima che la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee di Napoli in collaborazione con la Fondazione Plart di Napoli inaugura "Plastic Village – Il limite imperfetto tra architettura e design", progetto affrontato prima in un workshop a novembre e che il 3 dicembre alle 18 viene presentato in mostra presso il Plart di via G. Martucci 48 fino al 9 gennaio 2016.

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Un alloggio temporaneo per i senza tetto che abbia la dignità e il valore di un'abitazione, questo è l'obiettivo che si dovrebbe perseguire quando si pensa ad una soluzione di ospitalità in casi di emergenza. "Va dato all'accoglienza un carattere gradevole sin dalla prima fase, che è quella più difficile, dell'ospitalità immediata, che va risolta in modo sorridente e architettonicamente plausibile, nell'attesa o di una implementazione definitiva della struttura di prima accoglienza o, ancor meglio, di una più solida politica di integrazione stabile", spiega l’Architetto Cherubino Gambardella che negli ultimi anni ha lavorato alla realizzazione di una soluzione abitativa di prima ospitalità in plastica, che riesca sia a soddisfare le esigenze pratiche di accoglienza ma anche rispettare quei valori architettonici, etici e sociali che una buona architettura deve garantire e che trova la condivisione del lavoro di ricerca della Fondazione Plart. Nasce così il Plastic Village che fonda sull'architettura tessile la risposta al tema della temporaneità proposta non pià come elemento di marginalità ma come mezzo di integrazione degli individui, che diventano ospiti e non più stranieri.

Il prototipo in esposizione presso la Fondazione Plart si struttura in due unità abitative speculari legati al centro da una fessura dove sono inseriti i servizi. La soluzione progettata da Cherubino Gambardella, con l'ausilio degli studenti del workshop, è realizzata in legno con una copertura in plastica retta da una struttura di ferro. Il prototipo di Plastic Village fornisce accoglienza di notte ai senza tetto, ma di giorno tutti potranno usare queste tende come piccole architetture mobili pronte ad adattarsi ad ogni esigenza. "Percepisco, allora, una maniera sorridente di rispondere alla domanda di ospitalità immediata e alla dotazione di spazi pubblici urbani.", racconta Gambardella, "Sono anche consapevole che questa manovra diversiva non deve smettere di farci ripensare all’emergenza in una politica di integrazione stabile centrata sulla casa solida e stabile per tutti".

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