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Shah Ceragh: all’interno della moschea iraniana che stupisce tutti per i suoi colori

Shah Ceragh è un monumento di Shiraz, in Iran, che dall’esterno sembra un’ordinaria moschea ma all’interno vi lascerà senza parole per la sua magnificenza.
A cura di Clara Salzano
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Shah Ceragh in persiano significa "Imperatore della Luce" è già il nome dice tanto di questo monumento funerario e moschea di Shiraz, in Iran. Quella che è un'importante meta di pellegrinaggio del mondo arabo è una delle moschee più straordinarie mai costruite. Dall'esterno non si ha l'impressione di trovarsi davanti ad un monumento di straordinaria bellezza ma quando entrerete all'interno capirete il motivo di così tanta fama: le pareti di Shah Ceragh sono rivestite di milioni di piccoli frammenti di specchio che rimbalzano la luce in tutte le direzioni creando degli effetti luminosi da incantare chiunque.

Le mura esterne color crema ingannano sulla ricchezza di questa moschea: solo all'interno di Shah Ceragh si rivela qualcosa di assolutamente incredibile, dei colori e una luce che abbagliano i fedeli e i visitatori. Dal soffitto al pavimento tutto è ricoperto di migliaia di scintillanti schegge di specchio che riflettono la luce e illuminano la moschea come un cielo notturno pieno di stelle luminose all'interno dell'edificio. Nella moschea di Shah Ceragh si esprime tutta la bellezza dell'arte e dell'architettura islamica, con motivi geometrici scintillanti verso ogni direzione.

La moschea di Shah Ceragh ospita alcune importanti tombe sciite, che rendono il monumento di Shiraz un celebre centro di pellegrinaggio dal XIV secolo. L'origine del nome "Imperatore della Luce" ha in realtà una storia piuttosto misterioso: il luogo dove oggi sorge la moschea sembra risalire al 900 dC quando un viaggiatore, Ayatollah Dastghā'ib (il bisnonno del contemporaneo Ayatollah Dastghā'ib ), vide da lontano una particolare luce proveniente da terreno. Una volte vicino alla fonte luminosa, il viaggiatore si accorse che proveniva da una tomba all'interno di un cimitero. Scavando verso la tomba, Ayatollah Dastghā'ib scoprì un corpo con indosso un'armatura scintillante e un anello con scritto "Izzatu Lillah, Ahmad bin Mūsā", (L'orgoglio appartiene a Dio, figlio di Ahmad Musa": era il luogo di sepoltura dei figli di Mūsā al-Kādhim. E una struttura fu realizzata a copertura della tomba fino a diventare un edificio più complesso e straordinario, come oggi possiamo ammirarlo, e registrato al n. 363 nella lista dei monumenti nazionali dell'Iran.

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