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Tampico, la città fantasma dei narcos messicani

Tampico è una delle città più pericolose del Messico, diventata la base di violenti gruppi di narcotrafficanti, da decenni è in stato di completo abbandono raccontato dalle suggestive fotografie di Kurt Hollander.
A cura di Clara Salzano
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A maggio migliaia di cittadini, tutti vestiti di bianco, sono scesi in piazza a Tampico per manifestare contro l'abbandono totale della città da parte dello Stato e delle forze dell'ordine: Tampico oggi è una delle città più pericolose del Messico, in uno dei suoi stati più violenti, Tamaulipas, dove gli episodi di violenza sono all'ordine del giorno e le sparatorie tra gruppi di narcotrafficanti mietono decine di morti ogni anno. I 300000 abitanti di quella che un tempo era una ricca città tropicale sul Golfo del Messico, oggi chiedono sono che lo Stato ristabilisca la pace e la sicurezza pubblica.

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Ma un tempo Tampico era una città diversa. Attraversata da canali, ricca di palme e caratterizzata da chilometri di spiaggia incontaminata, Tampico all'inizio del XX secolo era una città moderna e prospera grazie alle attività portuali e le raffinerie di gas e petrolio. Tampico infatti è stata uno dei primi porti del Messico, fondato nel 1823, e nel 1904 qui venne scoperto un grande pozzo di petrolio tanto che la città all'inizio della Prima Guerra Mondiale era il secondo porto più importante al mondo per le esportazioni di petrolio. Ovviamente, il petrolio richiamò diverse compagnie petrolifere e società estere che vennero a Tampico ad investire e portarono grandi ricchezze. La città era anche una meta turistica privilegiata, una sorta di Disneyland con spiagge attive 24 ore su 24 e il suo centro storico era famoso per la monumentale architettura ottocentesca e novecentesca tanto da essere soprannominata la New Orleans del Messico.

Quando nel 1923 il giacimento petrolifero vicino a Tampico, il più grande del Messico, si prosciugò, la città ebbe un forte crollo economico. La costruzioni di bacini più profondi in città vicine portò anche alla cessazione delle attività portuali e Tampico visse un tracollo. Gran parte del centro storico fu abbandonato, i bar sulle spiagge chiusero e molte attività in città sono fallite. Gli imponenti edifici di uffici ed industrie oggi sono in stato di completo degrado e la città è diventata il campo di battaglia di gruppi di narcos che qui si contendono il traffico di cocaina, marijuana e meta-anfetamine divenuto la più grande fonte di reddito della città. A causa delle frequenti violenze, il mercato immobiliare di Tampico è crollato tanto che chi è in fuga dalla città non riesce a vendere né case né imprese e Tampico diventa una città sempre più disabitata e pericolosa con interi quartieri e strade in completo abbandono. Edifici monumentali che avrebbero potuto vedere ancora un altro secolo di storia, ora sono solo gusci vuoti da cui spuntano fronde di alberi giganteschi. Kurt Hollander si è recato a Tampico nel 2013 riuscendo, con la sua poetica macchina fotografica, a raccontare una terribile storia di abbandono e disagio sociale.

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