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Tennis in appartamento: ecco la casa che diventa campo sportivo

L’artista Benedetto Bufalino ha trasformato un appartamento/galleria a Digione in un campo da tennis tutto da giocare fino al 31 ottobre 2014.
A cura di Clara Salzano
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Immaginate di entrare in un comune appartamento di città, di preciso a Digione, in Francia, e di trovarvi davanti null'altro che un campo da tennis: pronti per giocare? Le creazioni di Benedetto Bufalino sono sempre sorprese. C'è un senso di festa, di leggerezza e negligenza nelle immagini che esse producono. E così il divertimento è la sua qualità effimera. Nel lavoro di Benedetto Bufalino, nulla è fatto per durare. Ma per apparire e scomparire, e soprattutto per divenire. Le sue opere, chiamate "contestuali", procedono attraverso una qualche forma che si muove di legame tra entità, forme e territori apparentemente incompatibili. Ma che riescono comunque ad equilibrarsi.

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Attirando la curiosità di coloro che guardano l'opera e il corpo di chi si lascia prendere dal gioco, l'opera diventa un campo di attenzione e di esplorazione. Consentendo agli studenti di giocare una partita a tennis sul cofano di una macchina, con l'installazione di una ghirlanda di auto lampeggianti in una strada di Singapore o una cabina telefonica come acquario a Londra. Oppure, facendo diventare un auto un barbecue "auto-grill" sulle rive del Lago di Lugano in Svizzera, Benedetto Bufalino riesce sempre a coinvolgere il suo pubblico. Perché la sua è un'arte partecipativa. Quando parla del suo lavoro, Benedetto Bufalino è sempre seriamente divertito. Il suo leitmotiv? Rendere concreto ciò che in precedenza è solo una intuizione ancora nebulosa e quindi produrre utopia, dando luogo a forme inattendibili, chiamate a prendere posizione in spazi pubblici attraverso un cavillo senza dubbio ereditato dalla sua formazione di designer di spazi. Così, applicato all'arte contemporanea, il suo interesse per l'individuazione di situazioni normali lo ha portato a produrre in cambio, come artista visivo adesso, forme e situazioni di deviazione e manipolazione che sfidano la loro incongruenza situazionale e invitano alla partecipazione della loro dimensione relazionale.

All'angolo di alcuni dei nostri spazi quotidiani, Benedetto Bufalino produce dello straordinario, dei sussurri, una conversazione, un dibattito, e in tal modo, un legame sociale. "Ricevere una forma è creare le condizioni per uno scambio, come in un servizio di una partita di tennis", ha scritto Nicolas Bourriaud. Più di un decennio dopo, l'interfaccia di tale associazione presa dal filosofo acquista concretezza grazie all'artista di Lione che offre ai visitatori la possibilità di provare l'emozione di un impianto sportivo, pensato specificamente per il luogo come uno spazio sociale e di considerare l'arte come un parco giochi dove le idee si fondono con i ‘dritti e i rovesci'. Col rischio di superare la linea bianca. Ma non importa, perché, dal momento che "l'arte è un gioco", come diceva Max Jacob, "tanto peggio per chi la rende un dovere".

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