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236 grattacieli per Londra: come sarà il futuro skyline della città?

Più di 200 torri in costruzione trasformeranno Londra secondo i piani del sindaco Johnson: tanti personaggi pubblici protestano, da Alan Bennett ad Anish Kapoor.
A cura di Clara Salzano
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Fotografia: Peter Macdiarmid / Getty Images
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Dal filosofo Alain de Botton all'architetto Alison Brooks, dal romanziere Alan Bennett allo scultore Anish Kapoor, da Charles Saumarez Smith, direttore della Royal Academy, a lord Baker, ex-ministro degli Interni conservatore, dal deputato nero David Lammy (che qualcuno ha ribattezzato l'Obama inglese) all'ex-ministro della cultura Tessa Jowell, tutti contro il piano del sindaco di Londra, Boris Johnson, che vuole stravolgere lo skyline della città. Oltre 200 torri con altezza di 20 piani o maggiori sono previsti nella capitale britannica nel corso dei prossimi due decenni e in molti inziano a chiedersi come sarà lo skyline di Londra fra 20 anni. Fino ai primi anni 1960, la Cattedrale di St. Paul era l'edificio più alto di Londra. Per diverso tempo era illegale costruire qualcosa superiore ai 80 piedi, dopo che un edificio di 12 piani bloccò la vista della regina Vittoria da Buckingham Palace. Nel tentativo di soddisfare le esigenze della crescente popolazione della capitale, 236 grattacieli di oltre 20 piani sono in fase di costruzione o hanno presentato domanda di permesso di costruire o l'hanno già ricevuto. L'80% di questi nuovi grattacieli sorgerà nella più centrale East London, il cui paesaggio è pieno di gru giganti negli ultimi anni.

Immagine per gentile concessione di © CPAT, Hayes Davidson, Jason Hawkes
Immagine per gentile concessione di © CPAT, Hayes Davidson, Jason Hawkes

Il Cheese-Grater (la Grattugia), il Walkie-Talkie (il Radiotelefono), il Gerkhin (il Cetriolo) di Norman Foster e lo Shard (la Scheggia) disegnato da Renzo Piano, il più alto edificio d'Europa, sono solo alcuni nomi dei più noti edifici che stanno modificando la città. E sembra che il paesaggio di Londra sia impostato per essere ridisegnato nel prossimo decennio. Shoreditch, Nine Elms, Greenwich, Elephant & Castle e Croydon, sono alcuni dei distretti interessati dalla trasformazione, molti sono nella parte centrale della città. E si teme che Londra assomiglierà sempre più a New York, Shanghai, Hong Kong o Dubai, perdendo la sua identità storica. E ora alcune delle figure più influenti della Gran Bretagna nel campo delle arti, della politica e del mondo accademico hanno lanciato una campagna per salvare lo skyline di Londra: "È scioccante che si prepari un cambiamento così radicale dell'orizzonte di Londra praticamente senza dibattito, senza che la popolazione ne sia nemmeno consapevole", cita la petizione, "Tra l'altro questi grattacieli non rispondono al bisogno di alloggi popolari ma solo a speculazioni immobiliari che muterebbero per sempre l'aspetto della capitale". Ma Sir Edward Lister, il vice sindaco di Londra per la pianificazione, rassicura: "Un approccio strategico è stato richiesto per bilanciare la tutela dello skyline della città con la necessità di ospitare 1 milione di persone in più previste nei prossimi anni e creare oltre 500.000 nuovi posti di lavoro". Infatti non tutti sembrano contrari al futuro skyline della città: l'architetto e broadcaster Maxwell Hutchinson pensa che il cambiamento di Londra sia un risultato miracoloso in condizioni economiche difficili, "Londra è diventata una vetrina per edifici alti" e l'economia gira. Il portavoce del sindaco ha aggiunto: "Il sindaco ha bisogno di bilanciare una serie di sfide e interessi in competizione in una città in rapida crescita. Egli riconosce le preoccupazioni di tutti per l'architettura dello skyline di Londra, ma alti edifici splendidamente progettati nella giusta posizione e in armonia con l'ambiente circostante contribuiscono a raccogliere la sfida di una città in rapida crescita".

La maestosità di Sain Paul aveva spinto il poeta del 17° secolo James Wright a notare: "Senza, dentro, sotto, sopra, l'occhio è riempito di gioia sfrenata". L'unica cosa che resta oggi da chiedersi dunque è: cosa diranno i poeti fra 20 anni guardando la Londra che sarà?

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