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Burning Man 2019: viaggio nella città dell’arte costruita e distrutta in una settimana

Il Burning Man è molto più di un festival che ogni anno attira migliaia di persone da ogni parte del mondo nel deserto del Black Rock del Nevada. Questo è l’unico evento al mondo che in una settimana vede la costruzione e distruzione di un’intera città realizzata dai partecipanti in nome dell’arte e dell’architettura.
A cura di Clara Salzano
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Il 2 settembre si conclude il festival più assurdo del mondo, il Burning Man. Come ogni anno decine di migliaia di persone si riversano nel deserto del Black Rock del Nevada per assistere alla costruzione e distruzione di un'intera città dedicata all'arte, all'architettura, alla musica e alla socialità. Il Burning Man è molto più di un festival: "È una vibrante metropoli partecipativa generata dai suoi cittadini". Dal 25 agosto i partecipanti all'evento hanno preso parte alla fondazione della Black Rock City di cui oggi si vedrà la distruzione, segnata dall'incendio dell'installazione rappresentativa del festival, da cui prende appunto il nome.

Burning Man 2019
Burning Man 2019

Il tema del Burning Man 2019 è "Metamorfosi", che fa riferimento alla trasformazione della città costruita nel deserto del Black Rock del Nevada e alla trasformazione di sé che avviene durante la partecipazione al festival, per chi ha la possibilità di prenderne parte. Black Rock City, che viene ogni anno costruita e distrutta durante i giorni del Burning Man, è una città temporanea dedicata all'arte, all'architettura, alla musica e all'espressione di sé. Molte sono le celebrità del mondo dello spettacolo, dell'arte e dell'architettura che partecipano al Burning Man ogni anno. Tra i vari amanti dell'imperdibile evento anche l'architetto danese Bjarke Ingels che ha testimoniato con le sue fotografie su Instagram alcune delle installazioni più suggestive realizzate nel deserto del Nevada.

27 Stones #benjaminlangholz

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Black Rock City si trova a 150 km a nord-nord-est di Reno, negli USA. Ogni anno, dal 1991, artisti, architetti e celebrità da tutto il mondo si danno appuntamento nel deserto del Nevada per realizzare le proprie installazioni, sculture, performance e set musicali, con cui la città viene animata tra la fine di agosto e l'inizio di settembre. Tra le opere più belle del Burning Man 2019 possiamo menzionare il Tempio di Geordie van der Bosch che accoglie i partecipanti del festival attraverso quattro grandi porte di legno giapponesi. Ingels è rimasto colpito dall'installazione Stone 27 di Benjamin Langholz che rappresenta una scala infinita realizzata con 27 pietre sospese ad una struttura esile nel deserto. TILT di Tomas Neumann gioca con la prospettiva degli spettatori: "Ispirato alle fotografie surreali dell'artista francese Philippe Ramette, TILT ti consente di vedere il mondo in modo diverso. Non solo i partecipanti che interagiscono con TILT salendo sul balcone cambiano prospettiva. Anche gli osservatori sono sollecitati in modo intuitivo e giocoso ad agire per dare un senso a elementi visivi contraddittori. Cosa è reale e cosa è falso? Cosa serve per cambiare la realtà?". Il fantoccio che ogni anno viene incendiato a conclusione del festival quest'anno è stato realizzato da David Best, su disegno del fondatore del Burning Man Larry Harvey.

TILT di Tomas Neumann
TILT di Tomas Neumann
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