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Casa antisismica: un’invenzione dei Borbone che ha più di due secoli

Nel Settecento i Borbone creavano la “casa baraccata”, un’abitazione antisismica che per il CNR è un modello ancora valido e può salvare altre vite in futuro.
A cura di Clara Salzano
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Casa Baraccata - Progetto ingegneri borbonici
Casa Baraccata – Progetto ingegneri borbonici

Non sempre l'innovazione è l'unica soluzione, a volte basta guardare al passato per scoprire che la soluzione ad un problema presente già esiste. L'Italia da sempre è un territorio ad alto rischio sismico, lo sapevano i romani e i tragici eventi degli ultimi giorni nel Centro Italia ce lo ricordano. Non a caso in Italia è stato redatto il primo regolamento edilizio antisismico d'Europa: a idearlo furono i Borbone dopo il terremoto che colpì il Sud Italia il 5 febbraio 1783. Le zone maggiormente colpite furono quelle di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Catanzaro dove furono oltre 30.000 le vittime.

Nel 1785 i Borbone introdussero il primo regolamento antisismico della storia: per la ricostruzione post-terremoto del 1783 il Regno delle Due Sicilie si premunì di un complesso di direttive edilizie in cui per la prima volta si parlava di casa antisismica. Il regolamento edilizio borbonico prevedeva di introdurre un telaio ligneo all'interno delle costruzioni in muratura in modo da resistere alle scosse sismiche. Questo tipo di struttura fu chiamata "casa baraccata". La costruzione così ideata dall’ingegnere Francesco La Vega consisteva in uno scheletro di travi e pilastri in legno, inseriti nella muratura, in grado di resistere alle sollecitazioni sismiche ed evitare il collasso strutturale dell'abitazione, oltre a limitare danni ad oggetti e persone presenti nella struttura. Il regolamento edilizio borbonico introduceva anche altre direttive urbanistiche per evitare danni da scosse sismiche alle città (le strade secondarie non dovevano distare meno di 6-8 metri, le principali 10-13 metri, etc).

Opus Craticium - Pompei Foto Credits: www.conservationtech. com Randolph Langenbach
Opus Craticium – Pompei
Foto Credits: www.conservationtech. com Randolph Langenbach

La casa baraccata si ispira in realtà a tecniche costruttive antiche: già i Romani usavano l'Opus Craticium, cioè della casa a graticcio. Francesco La Vega aveva potuto osservare negli scavi di Ercolano e Pompei questa tecnica romana in cui le pareti erano intelaiate con elementi lignei. L'ingegnere spagnolo prese inoltre a modello anche alcuni sistemi costruttivi calabresi, come quello usato nel Palazzo del Conte di Nocera a Filogaso, in provincia di Vibo Valentia, che fu una delle poche costruzioni rimaste indenni al terremoto del 1783.

Tecniche costruttive simili alla casa baraccata già si usavano anche in Europa: a Lisbona, dopo il sisma delle 1755, fu introdotta la “gaiola pombalina”, così chiamata dal Marchese di Pombal che ne decise l'utilizzo.  La casa baraccata, infatti, a differenza dell'opus craticium che prevedeva la struttura lignea dello stesso spessore della muratura, aveva il telaio ligneo inserito nella muratura come un'armatura, simile proprio alla casa portoghese. Dal dialogo tra vecchi saperi e nuove ricerche dell’ingegneria settecentesca prese forma il progetto per la Casa Baraccata che, anziché una struttura di emergenza, usava i materiali reperibili in loco e le competenze delle maestranze locali. Grazie a questa tecnica edilizia inventata da Francesco La Vega, le costruzioni realizzate riuscirono a resistere a terremoti di magnitudo elevata come quello che colpì sempre il Sud Italia tra il 1905 ed il 1908.

 Gaiola pombalina - Lisbona Foto Credits: www.conservationtech. com Randolph Langenbach
Gaiola pombalina – Lisbona
Foto Credits: www.conservationtech. com Randolph Langenbach

Secondo il CNR il modello di casa antisismica ideato  dai Borbone può salvare ancora molte vite. Durante il convegno H.Ea.R.T del 2013, una costruzione realizzata con pareti in muratura con telaio ligneo è stata sottoposta a vari test sismici e i risultati sono stati rassicuranti. Ora che l'Italia è in piena emergenza post-terremoto, utilizzare la tecnica costruttiva settecentesca individuata da La Vega, integrata da accorgimenti moderni, può essere d'ausilio nell'edificazione di strutture antisismiche.

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