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Sbaglia il restauro del castello ma vince un premio per il progetto: è polemica in Spagna

È stato soprannominato il “peggior restauro al mondo” quello del Castello di Matrera a Cadice, ma il progetto dell’architetto Carlos Quevedo ha vinto il premio Architizer A+ Awards nella categoria “Migliore conservazione” e il motivo vi sorprenderà.
A cura di Clara Salzano
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Il Castello di Matrera è una delle attrazioni della collina di Cadice, nel percorso storico che porta al villaggio Villartìn, più visitate e fotografate dai turisti. Nel 1949 è stato dichiarato anche Monumento nazionale della Spagna ma oggi il Castello per molti risulta irriconoscibile. Di recente infatti il Monumento è stato oggetto di un restauro volto al consolidamento della struttura che nel 2013 aveva subito diversi danni e crolli minacciosi. Ma "disastro", "deplorevole" e "strage del patrimonio" sono alcuni degli appellativi con il quale è stato definito il restauro del castello di Matrera, una costruzione costruita dalla guerriglia andalusa di Omar Ben Hafsun alla fine del IX secolo.

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In molti hanno paragonato il restauro del Castello di Matrera al caso "Ecce Homo", il famoso affresco di Cristo nella chiesetta del paesino spagnolo di Borja che fu completamente deturpato dalla restauratrice Cecilia Gimenez, oggi invece acclamato come capolavoro di pop art. Così il Castello di Matrera tra le polemiche e gli sconcerti, riceve anche un premio di architettura, l'Architizer A+ Awards, che nomina l'architetto Carlos Quevedo, responsabile del restauro, vincitore nella categoria "Migliore conservazione". Il progetto di restauro del Castello, nonostante abbia modificato la visione del monumento a cui tutti erano ormai abituati, si è in realtà allineato alle direttive statali sugli interventi di conservazione. La legge in Spagna, infatti, prevede che i materiali utilizzati siano facilmente distinguibili da quelli del manufatto antico, in modo da non rischiare che si realizzi un'imitazione o una falsificazione dell'originale.

Carlos Quevedo ha scelto di usare la malta di calce bianca, che è lo materiale col quale era rivestito il Castello. L'utilizzo di un nuovo materiale, differente dalla pietra antica, è stato motivato dalla volontà di ripristinare l'immagine unitaria del Castello di Matrera nella sua forma e nelle sue dimensioni originali. L'obiettivo per Quevedo era "consolidare gli elementi che erano a rischio di collasso" e "ripristinare il volume originale" del castello. Il risultato, probabilmente non proprio corrispondente all'effetto desiderato, è un volume piuttosto compatto in cui il rivestimento bianco emerge eccessivamente rispetto alle pareti antiche di pietra moresche, nonostante l'intervento sia rispondente alle direttive del restauro critico (ecco il motivo della ricezione del premio Architizer A+) che oggi rappresenta una scuola di pensiero molto seguita in architettura.

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