Cina: ecco l’esercito di case che si oppongono alle ruspe

La Cina è uno dei paesi che si sta sviluppando più rapidamente nel mondo. Questo comporta spesso la distruzione di intere comunità, di edifici storici e di tradizioni al cospetto del contemporaneo che avanza, di piani di sviluppo territoriale che quasi mai hanno rispetto del passato. La stessa Shanghai conserva ben poche costruzioni tradizionali, nonostante la fondazione della città risalga ai primi secoli del XI secolo; e alcune città cinesi hanno vissuto uno sviluppo così repentino da sembrare capitali della contemporaneità con grattacieli ed industrie a perdita d'occhio e strade congestionate dal traffico. E in questa corsa contro il tempo alla ricerca del moderno più moderno che ci sia, al raggiungimento del prossimo guinness, ci sono poi loro, le “case chiodo”, in cinese dingzihu, cioè tutte quelle quelle abitazioni in Cina che resistono alle demolizioni.

Capita sempre più spesso in Cina di imbattersi in ‘case chiodo', chiamate così proprio perché difficili da abbattere. Così si assiste a scenografie assurde di grattacieli che circondano una casetta monopiano con tetto a spiovente, quasi fosse la casetta ad essere caduta all'improvviso dal cielo proprio in quel punto. Le dingzihu sono abitazioni i cui proprietari si rifiutano di abbandonare, disposti a tutto pur di non lasciare la propria casa ai grandi impresari edili, spesso in segno di protesta contro un'offerta troppo bassa per acquistare la casa da parte degli speculatori privati. E la conseguenza è l'assurda giustapposizione di vecchie costruzioni accanto ad enormi grattacieli, centri commerciali o nella totale desolazione, da cui la denominazione anche usata di"nail houses", i cui proprietari sono costretti a vivere tra macerie ed immondizia. Non è raro trovare su queste abitazioni slogan del genere: "Difendiamo con il sangue e con la vita la legge cinese sulla proprietà. Resistiamo alle demolizioni brutali".