Cosa vedere alla Biennale di Architettura 2021: 5 opere da non perdere assolutamente
La Biennale di Architettura 2021 è un inno a salvare il Pianeta, è un grido contro l'emergenza climatica. L'evento più importante del mondo dell'architettura internazionale, che apre al pubblico dal 22 maggio 2021, è all'insegna della Terra, dei materiali organici, e di una architettura che intende salvarci tutti. "How will we live together?" è il tema della 17.Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia: "Poniamo questa domanda agli architetti perché non siamo soddisfatti delle risposte oggi offerte dalla politica.", spiega Hashim Sarkis, curatore della Biennale di Architettura 2021, "Nel contesto della Biennale Architettura poniamo questa domanda agli architetti perché crediamo che abbiano la capacità di dare risposte più stimolanti di quelle che la politica ha finora offerto in gran parte del mondo".
Gli architetti danno forma agli spazi in cui le persone vivono insieme e li immaginano in modo diverso dalle norme sociali che li dettano. I partecipanti alla 17. Mostra Internazionale di Architettura saranno guidati attraverso spazi fluidi che illustrano il modo in cui l'architettura salverà il mondo, perché è questa la sua missione secondo Sarkis. Ecco dunque che i visitatori saranno condotti all'interno del migliore giardino pubblico che indica la via per i futuri spazi urbani di condivisione, attraverso una casa ideale dove gli ambienti sono all'insegna della flessibilità, in un museo fluttuante fatto con le buste di plastica e molto altro ancora, per scoprire il meglio che l'architettura 2021 ha da offrire.
1. Padiglione danese
Il padiglione più bello ed emozionante della Biennale di Architettura di Venezia 2021 è quello Danese che si concentra sulla connessione delle persone tra loro e con la natura. Un sistema idrico ciclico collega infatti i visitatori, i sensi e l'ambiente circostante. I visitatori del Padiglione Danese alla 17.Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia di Venezia possono sperimentare l'architettura come forma d'arte che rende visibile l'invisibile ed evoca un indelebile senso di connessione tra le persone e la Terra. “Viviamo in un'epoca in cui sperimentiamo chiaramente le conseguenze legate al clima di persone che hanno diviso il mondo in unità separate per secoli, senza capire che le nostre azioni hanno conseguenze a molte migliaia di chilometri di distanza. Nel bene e nel male, con l'attuale pandemia come esempio inquietante. Lo scopo del Padiglione Danese è creare uno spazio per una nuova esperienza di coesione; dove, con il proprio corpo, i visitatori possono sentire la connessione tra tutti noi ”, afferma Marianne Krogh, curatrice del padiglione danese. Lavorando insieme, gli architetti della mostra, Lundgaard & Tranberg Architects e la curatrice Marianne Krogh, il Padiglione Danese è un'installazione totale che immerge i visitatori nel sistema ciclico della natura, con l'acqua come elemento centrale. Marianne Krogh. continua: “Crediamo che, attraverso i nostri sensi, possiamo iniziare a capire noi stessi in un contesto più ampio. Questo è il primo passo verso l'assunzione di responsabilità, sia nel nostro approccio al pianeta che l'uno con l'altro ".
2. Museo Aero Solar
Il Museo Aero Solar è una comunità in crescita, che ha deciso di riunirsi sotto un nome comune e una causa. Ideato da Tomás Saraceno e Alberto Pesavento nel 2007, il Museo è stato replicato all'interno della Biennale di Architettura 2021 nel Padiglione Centrale presso i Giardini.
Negli ultimi dieci anni il Museo Aero Solar è già approdato in più di 21 siti grazie a tanti sostenitori e membri della comunità. L'originale Museo si dispiega nello spazio formato tra partecipanti umani e non umani nei semplici atti di cooperazione e riutilizzo di sacchetti di plastica per produrre collettivamente una scultura aerosolare, capace di muoversi nell'aria, solo con il potere del sole.
3. Padiglione Gran Bretagna
I curatori Manijeh Verghese e Madeleine Kessler, co-fondatrici di Unscene Architecture, hanno trasformato il Padiglione Britannico nel giardino delle delizie privatizzate, per la Biennale di Architettura di Venezia del 2021, ispirato al giardino delle delizie terrene, il famoso dipinto a olio trittico di Hieronymus Bosch. I visitatori sono trasportati in un viaggio attraverso sei ambienti immersivi, ognuno dei quali esplora il tema dello spazio pubblico privatizzato nel Regno Unito.
4. Future Assembly
In occasione della Giornata della Terra, La Biennale di Venezia ha creato Future Assembly, mostra collettiva all’interno della 17. Mostra Internazionale di Architettura, nata dalla collaborazione tra lo Studio Other Spaces e sei co-designer che hanno dichiarato: “Riteniamo che i nostri immaginari futuri debbano includere il sovraumano, ciò che al contempo include e trascende l’umanità. Riunendo insieme i partecipanti della Biennale Architettura 2021 in questa singolare “mostra nella Mostra” – spiega Hashim Sarkis – Future Assembly conferma il potere dell'immaginario collettivo e il ruolo vitale dell'architettura nel visualizzare e rendere possibile un futuro più inclusivo.” L'artista Olafur Eliasson e l'architetto Sebastian Behmann, fondatori di Studio Other Spaces (SOS), hanno collaborato appositamente per questa occasione con Caroline Jones, docente di Storia dell'Arte; Hadeel Ibrahim, attivista; Kumi Naidoo, ambasciatore di Africans Rising for Justice, Peace and Dignity; Mariana Mazzucato, docente e direttore fondatore dell'Institute for Innovation and Public Purpose presso lo University College di Londra; Mary Robinson, presidente The Elders e professore associato di Giustizia climatica presso il Trinity College di Dublino; Paola Antonelli, senior curator di Architettura e Design presso il Museum of Modern Art di New York. “Le Nazioni Unite – il paradigma per un'assemblea multilaterale del ventesimo secolo – furono fondate nel 1945 in risposta a crisi politiche, sociali, economiche e umanitarie” -hanno dichiarato SOS e i co-designer di Future Assembly. “Oggi è necessaria una risposta altrettanto radicale all'urgente crisi climatica provocata dall'uomo. Future Assembly si basa sui principi di reciprocità, collaborazione e coesistenza. Questo si estende al nostro approccio progettuale: immaginare futuri possibili ci richiede di trovare nuovi modi per rappresentare spazialmente diverse attività non umane, perché possano avere voce in capitolo”.
5. Padiglione Paesi Nordici
Quest’anno la selezione di architetti, designer e artisti è sotto il profilo geografico quella maggiormente diversificata nella storia della Biennale, eppure una sicurezza di qualità e meraviglia è rappresentata ad ogni Biennale Architettura dal Padiglione dei Paesi Nordici. È il duo Helen&Hard, che costituisce uno degli studi di architettura più interessanti sulla scena internazionale, ha curato il Padiglione dei Paesi Nordici dal titolo "What We Share. A model for cohousing?": "Si tratta di un’installazione architettonica a grandezza naturale che vogliamo che il pubblico esplori liberamente, senza essere troppo condizionato dagli apparati esplicativi e didattici. Al centro della mostra rimane la questione di ciò che siamo disposti a condividere l’uno con l’altro". Il design del padiglione è un'abitazione ideale in cui le persone interagiscono, condividono gli spazi e vivono in totale libertà.