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Sport “sotto” acquatici: ecco il primo campo da tennis sottomarino al mondo

Dubai ci aveva già sbalorditi con il campo da tennis più alto del mondo ma una cosa del genere non era mai stata realizzata prima: pronti per partite di tennis a 30 metri sotto’acqua?
A cura di Clara Salzano
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Quando Jules Verne scriveva "Venti mila leghe sotto i mari" di certo non immaginava che un giorno sarebbe stato possibile giocare a tennis sott'acqua. Sembra invece che sarà presto realtà un campo da tennis sottomarino, il primo al mondo nel suo genere, che sorgerà a Dubai, a largo del Golfo Persico, tra il Burj al Arab e le isole Palm Jumeirah. A progettarlo è stato l'architetto polacco Krystztof Kotala, fondatore di 8 + 8 Concept Studio, che ha proposto di costruire un complesso sottomarino di sette campi, ciascuno con barriera corallina sul tetto a creare l'illusione di un atollo naturale in mare.

Resta ancora nel campo delle ipotesi quest'incredibile progetto, ma un campo da tennis sottomarino sta facendo brillare gli occhi a molti che già immaginano quale richiamo internazionale potrà avere una struttura del genere. Ma investitori ancora non si sono fatti avanti, probabilmente per il costo elevato di realizzazione di un progetto del genere compreso tra 1.7 e 2500000000 di dollari. Ma il prezzo non è l'unico dubbio che fa emergere il primo campo da tennis al mondo: non pochi sono i problemi tecnici che si dovranno affrontare per costruire una struttura a circa 30 metri di altezza sotto il livello dell'acqua. Ogni campo sarà coperto infatti da un soffitto trasparente che richiederebbe un vetro di un tale spessore da sostenere un centinaio di tonnellate di pressione dell'acqua oltre che resistere agli urti e risultare una struttura sicura per tutti gli sportivi e gli spettatori che animeranno il bordo campo. La struttura da realizzare dovrebbe inoltre resistere a terremoti e tsunami, e prevedere anche delle uscite di sicurezza. Per i giocatori di tennis si dovrebbe inoltre pensare ad un sistema di oscuramento per controllare la rifrazione della luce. Per questo motivo non pochi ingegneri hanno esposto le proprie perplessità circa la fattibilità del progetto. Ma l'architetto Kotala ha spiegato che "la curvatura del vetro non è un problema. È una questione di usare i montanti di destra (barre verticali tra le lastre di vetro) per costruire una teca di vetro a chiusura ermetica. In materia di progettazione e di vetro, non c'è dubbio che il 95% delle questioni che potrebbero limitare il progetto sono state risolte, a questo punto". Krystztof Kotala si augura solo che il complesso sia pronto per Expo 2020 a Dubai. Noi restiamo ad aspettare.

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