Fondazione Prada Milano, da vecchia distilleria milanese a polo culturale innovativo
Un dialogo continuo, stimolante e produttivo tra architettura contemporanea e preesistenza è il segreto del progetto di Rem Koolhaas che ha trasformato una vecchia distilleria di gin dei primi anni Venti del Novecento nella sede permanente della Fondazione Prada a Milano. Magazzini, laboratori e silos di fermentazione, insieme a tre nuovi edifici e un ampio cortile, caratterizzano il complesso di spazi che oggi ospitano la collezione permanente della Fondazione Prada, mostre temporanee, eventi e proiezioni cinematografiche su una superficie totale di 19.000 metri quadrati.
Posta in Largo Isarco, a sud di Milano, la Fondazione Prada si sviluppa attraverso sette edifici della ex distilleria e tre nuove costruzioni. Il progetto di Rem Koolhaas non è né un progetto di conservazione né di nuova architettura ma un continuo e osmotico dialogo tra le due attività. Le strutture di nuova costruzione comprendono il Museum, spazio dedicato alle mostre temporanee; il Cinema con un auditorium multimediale; e la Torre, , inaugurata ad aprile 2018, che è uno spazio espositivo permanente di dieci piani per la collezione, le attività della Fondazione e il progetto Atlas che nasce dalla collaborazione di Miuccia Prada e Germano Celant. A tali edifici si aggiungono tutti gli spazi recuperati dalle preesistente, alcuni adibiti a gallerie d'arte, altri a spazi di servizio, comuni e ibridi. Al piano terra è situato anche il Bar Luce, progettato dal regista Wes Anderson, che ha riprodotto l’atmosfera di un tipico caffè della vecchia Milano. Completa il progetto il ristorante Torre, posto al sesto e settimo piano della Torre inaugurata nel 2018.
La Fondazione Prada di Milano si può definire come un campus di spazi post-industriali e nuovi, con nuovi spazi pubblici comuni restituiti alla comunità e dove "La ricchezza e la varietà degli spazi incoraggerà a reagire alle sollecitazioni culturali in modo rapido e spontaneo.". Il progetto si propone come nuovo incubatore culturale di Milano: "Il nostro interesse principale sono le idee, e i modi in cui l’umanità le ha trasformate in discipline specifiche: letteratura, cinema, musica, filosofia, arte e scienza. Il nuovo spazio espanderà la portata dei saperi della Fondazione. Ogni campo avrà una sua autonomia, ma lo scopo complessivo sarà uno solo. La coesistenza delle discipline andrà a generare risonanze e intersezioni culturali imprevedibili. Questo atteggiamento di apertura e di invito caratterizza il tono politico della nuova sede di Milano. Vogliamo ribadire che la partecipazione è possibile per tutte le generazioni e utilizzando registri diversi. Cercheremo nuovi modi di condividere le idee.
La collezione permanente in Fondazione Prada
"La Fondazione ha scelto l’arte come principale strumento di lavoro e di apprendimento: un territorio di pensiero libero che accoglie sia figure consolidate e imprescindibili sia approcci emergenti.", questo è il manifesto della Fondazione Prada che negli spazi della ex distilleria in Largo Isarco espone la Collezione Prada, che include perlopiù opere del XX e XXI secolo. "Vediamo la nostra collezione come un repertorio di prospettive e di energie potenziali. Inviteremo persone diverse a offrirne nuove interpretazioni e a cercare al suo interno idee finora inesplorate: curatori, artisti, architetti, ma anche scienziati e studenti, pensatori, scrittori.".
Le mostre della Fondazione Prada
Alla collezione permanente si affianca un fitto e interessante ciclo di mostre temporanee. Il 20 settembre 2019 ha inaugurato alla Fondazione Prada di Milano “Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori”, un progetto espositivo concepito da Wes Anderson e Juman Malouf, che si può visitare fino al 13 gennaio 2020. La mostra è una riflessione sul concetto stesso di collezione e comprende 537 opere d’arte e oggetti selezionati dal regista cinematografico Wes Anderson e dall’illustratrice, designer e scrittrice Juman Malouf, provenienti da 12 collezioni del Kunsthistorisches Museum e da 11 dipartimenti del Naturhistorisches Museum di Vienna. L'esposizione copre un lungo arco temporale che va dal 3.000 a.C. al 2018. “Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori” è una raccolta di opere che sfida i canoni istituzionali del collezionare. Il progetto espone dagli oggetti di colore verde ai ritratti di bambini, dalle miniature agli strumenti di misurazione del tempo, dalle scatole agli oggetti in legno, dai ritratti di nobili e gente comune a soggetti naturali quali il giardino, meteoriti e animali presentati come reperti scientifici o come rappresentazioni artistiche. Il titolo della mostra rende omaggino infine a Il sarcofago di Spitzmaus che è una scatola di legno egiziana che contiene la mummia di un toporagno del IV secolo a.C.
Gli eventi della Fondazione Prada
La fondazione Prada non è solo arte. La Fondazione Prada si arricchisce anche di eventi musicali e il 27 settembre avrà luogo l'ultimo appuntamento del ciclo “I WANT TO LIKE YOU BUT I FIND IT DIFFICULT”, a cura di Craig Richards. Negli spazi esterni della sede di Milano, dalle 19 a mezzanotte, il pubblico potrà assistere alle performance del produttore, DJ e compositore britannico Sam Shepherd, conosciuto come Floating Points, della polistrumentista francese Colleen, che utilizza vari strumenti musicali ed effetti a pedale per fare musica, e del DJ britannico Ben UFO, considerato uno dei migliori al mondo. Il progetto rappresenta un tentativo di esplorare una pluralità di generi e linguaggi musicali, partendo dalla visione personale di Craig Richards e aprendosi alle contaminazioni dietro l'idea che la musica è una manifestazione di libertà creativa. Come afferma Craig Richards, “l’idea chiave di questo progetto è contenuta nel suo titolo: ‘I WANT TO LIKE YOU BUT I FIND IT DIFFICULT’. La nozione di giudicare, assimilare e comprendere la musica, la forza dei preconcetti, la persona che la suona, il formato, l’ambiente e l’impianto sonoro che la trasmette, lo spazio mentale del momento, il giorno o la notte… Tutti questi fattori contribuiscono a creare il nostro rapporto con la musica. Il punto di partenza del mio progetto curatoriale è la convinzione che questo linguaggio possa essere stimolante, impegnativo, provocatorio, bellissimo e perfino scomodo. Ogni evento è potenzialmente in grado di ispirare o irritare. Come suggerisce il titolo, ogni performance è stata scelta per esplorare l’indescrivibile forza della musica, al di là di piacere o meno.”