Giorno della Memoria: a Berlino si commemora la Shoah nel Memoriale di Eisenman
Il 27 gennaio di ogni anno, in commemorazione delle "vittime del nazismo, dell’Olocausto e in onore di coloro che, a rischio della propria vita, hanno protetto i perseguitati", viene celebrato il Giorno della Memoria. La data è una ricorrenza internazionale recepita da tutti gli stati membri dell’ONU in seguito alla risoluzione 60/7 del 1º novembre 2005: si riconosce il giorno 27 gennaio 1945 come data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, nel corso dell’offensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la città polacca scoprendo il drammatico campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti.
La città di Berlino riserva oggi a questa triste ricorrenza una cerimonia in uno dei monumenti simbolo della Shoah: il Memoriale per gli ebrei assassinati d'Europa, conosciuto anche come Memoriale dell'Olocausto, progettato da Peter Eisenman, architetto di origine ebraica. Il monumento monumento sorge emblematicamente presso la porta di Brandeburgo, nell'area originariamente occupata dal palazzo e dalle proprietà di Goebbels. 2.711 stele in calcestruzzo, di un profondo grigio scuro, sono organizzate secondo una griglia ortogonale, totalmente percorribile al suo interno dai visitatori. Le stele sono tutte larghe 2,375 m e lunghe 95 cm, mentre l'altezza varia da 0,2 a 4 m. Dalla vista esterna appaiono tutte di altezze simili ma, poggiando su di un fondo variamente inclinato, le più basse lungo il perimetro esterno, "fagocitano" gradualmente il visitatore che si addentra fra esse.
L’effetto di disorientamento è voluto: all’inizio del percorso si riesce ad intravedere la città, ma mentre si procede lungo il percorso, il terreno acquista maggiore pendenza e gradatamente la vista comincia a scomparire, lo scricchiolio della ghiaia calpestata diventa sempre più rumoroso, finchè le fila di parallelepipedi diventano sempre più minacciose ed opprimenti. La vasta griglia del memoriale rappresenta l’estensione delle vie adiacenti al sito, ma è anche evocazione inquietante della rigida disciplina inculcata dal regime del Führer. Le stele evocano, invece, le lapidi funerarie degli ebrei che hanno perso la vita nel massacro. E nell'angolo sud-est dell'area delle stele si ha accesso al sotterraneo "Centro di documentazione degli ebrei morti nella shoah", dove è possibile seguire un percorso che tratta simbolicamente le vicende personali e i destini di alcune vittime dell'olocausto attraverso citazioni, immagini e voci di testimoni.
"Le stele sono realizzate per disorientare e l'intero complesso intende rappresentare un sistema teoricamente ordinato, che fa perdere il contatto con la ragione umana in un'angosciante solitudine", scriveva Eisenman nel testo di progetto. Un’atmosfera di astrazione, metafora dell’oscuro e complesso percorso interiore che l’uomo vive al ricordo del genocidio degli ebrei ad opera del nazismo, è evocata dal percorso labirintico tra le stele, in ricordo dell'inimmaginabile strage. Nel Memoriale di Berlino la linea che separa vita e morte, colpevolezza ed innocenza, si rivela quasi impercettibile.