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Helmut Newton a Roma, la mostra imperdibile

200 scatti di uno dei fotografi più emblematici del XX secolo a Roma dal 6 marzo al Palazzo delle Esposizioni.
A cura di Valentina Pepe
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Dopo le tappe al Museum of Fine Arts di Houston e al Museum für Fotografie di Berlino, arriva al Palazzo delle Esposizioni di Roma la mostra dedicata a Helmut Newton (1920-2004), uno dei fotografi più importanti del XX secolo.  Tra le altre immagini in mostra, troviamo un ritratto di Andy Warhol colto nella stessa posizione di una statua della Madonna, in una chiesa toscana, una foto di Nastassja Kinski che abbraccia una bambola dalle sembianze di Marlene Dietrich, la fotografia di una donna immortalata nel cimitero del Père Lachaise di Parigi, o ancora, una sequenza di donne imprigionate da protesi usate per rimediare a un danno fisico. Le donne belle e seducenti del grande fotografo emozionano e danno una visione provocante ed al contempo statuaria della femminilità. Nei contrasti tra il bianco e il nero il taglio è inconfondibile e riconoscibile, denota un talento unico che in parte ha cambiato la storia della fotografia e della fotografia di moda.

Il progetto è nato nel 2011 per impulso della vedova di Newton, June, modella e fotografa con lo pseudonimo di "Alice Springs" e si intitola "White Women, Sleepless Nights, Big Nudes "dai primi tre libri fotografici del fotografo, gli unici da lui personalmente concepiti, che la mostra romana riunisce presentando 200 immagini. Quando pubblicò il suo primo volume monografico, White Women (1976), oggi considerato leggendario, Helmut Newton aveva 56 anni ed era già molto famoso. Attraverso immagini sorprendenti e provocanti, con questo volume portò il nudo nel mondo della moda, rivoluzionando lo stesso concetto di fotografia di moda e testimoniando la trasformazione del ruolo della donna nella società occidentale. Seguì Sleepless Nights (1978), incentrato sulle donne, sui loro corpi, sugli abiti, con una visione che trasforma le immagini da foto di moda a ritratti, e da ritratti a reportage da scena del crimine. Le modelle sono infatti ritratte sistematicamente fuori dallo studio, per strada, spesso in atteggiamenti sensuali, a suggerire un uso della fotografia di moda come puro pretesto per realizzare qualcosa di totalmente differente e molto personale. Volume a carattere più retrospettivo, raccoglie i lavori realizzati da Newton per diversi magazine e definisce il suo stile. Con la pubblicazione di Big Nudes (1981), Newton raggiunge il ruolo di protagonista nella fotografia del secondo Novecento. Qui inaugura una nuova dimensione, le gigantografie, che entrano nelle gallerie e nei musei di tutto il mondo.

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Gli scatti in mostra, ristampati sotto la supervisione di June Newton, consentono al visitatore di conoscere una storia diversa e più segreta rispetto a quella più diffusa. Se infatti l’opera di Newton è sempre stata ampiamente pubblicata, e con grande successo, sulle più importanti riviste di moda, non necessariamente gli scatti selezionati dalle redazioni esprimevano in modo compiuto il pensiero dell’autore. Nel selezionare le fotografie dei suoi libri, Newton propose in sequenza gli scatti realizzati per i committenti e quelli realizzati per sé stesso, costruendo una narrazione in cui la ricerca dello stile e la scoperta del gesto elegante sottendono l’esistenza di una realtà ulteriore.

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