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Il bar più piccolo di Milano

Il bar più piccolo di Milano è una minuscola fessura apparsa su una parete di un edificio dei Navigli da cui sporge solo una mano, in stile famiglia Addams, con il drink ordinato. Si tratta di un originale pop-up bar che resterà aperto fino a domenica 30 maggio 2021 per poi sparire nel nulla così come è comparso.
A cura di Clara Salzano
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Passeggiando lungo i famosi Navigli di Milano è impossibile non notare una nuova minuscola fessura, comparsa su una parete di un edificio, da cui sporge una mano (in stile famiglia Addams) ad offrire drink. Si tratta probabilmente del bar più piccolo della città che resterà aperto solo fino a domenica 30 maggio per poi sparire nel nulla così come è apparso.

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Nel bar più piccolo di Milano si ordina attraverso una minuscola e curiosa apertura nel muro di uno dei palazzi che affacciano sul Naviglio Grande, in Ripa di Porta Ticinese 43. I cocktail sbucano da un piccolissimo e inaspettato arco in marmo nella parete, che non raggiunge neppure il metro di altezza per 50 centimetri di larghezza. L'originale locale aperto sui Navigli si chiama "Sgrappa e Via!" ed è il primo pop-up bar di Sgrappa che ha appena inaugurato con un servizio esclusivamente d'asporto e drink pensati per l'occasione. L'obiettivo del progetto è valorizzare uno tra i più iconici distillati del Made in Italy.

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Dopo aver creato una bottiglia che è un'opera d'arte, l'artista Maurizio Cattelan, Paolo Dalla Mora e Charley Vezza lanciano il primo pop-up bar che rivoluziona il concetto comune e tradizionale di spazio dedicato alla vendita di alcolici. La bottiglia di grappa realizzata dai tre creativi ha sul fondo un pezzo di Milano, l'incontrovertibile e ironico gesto artistico di Cattelan, lo stesso che si può vedere al centro di Piazza degli Affari. Ora il loro primo pop-up bar offre un'esperienza unica e originale di sorseggiare un cocktail con un format che punta a mettere al centro dell’esperienza la grappa, che può essere considerato lo “spirito” italiano per eccellenza con la sua storia ultracentenaria, in una nuova chiave, contemporanea e cosmopolita. "Se la qualità del nostro Paese è infatti protagonista indiscussa dell’aperitivo e della tavola a livello internazionale,", spiegano, "nella miscelazione manca un prodotto di riferimento del Made in Italy che possa dare continuità, anche nel dopo-cena, a quel senso di appartenenza".

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