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Il Castello di Fumone e i suoi misteri

Domina un colle vicino a Frosinone ed è stato la cella di Papa Celestino V, il Castello di Fumone nel Lazio è uno dei luoghi più misteriosi in Italia con una storia antica e curiosa.
A cura di Clara Salzano
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Il Castello di Fumone prende il nome dal piccolo villaggio di appena 2.088 abitanti posto tra i Monti Ernici e i monti Lepini nella provincia di Frosinone, nel Lazio. Il castello sin dall'antichità, in epoca romana e nel Medioevo, è stato un luogo di vedetta e di comunicazione proprio per la sua posizione che raggiunge 793 m s.l.m. Famoso è il detto popolare "Si Fumo fumat, tota Campania tremat" (Se Fumone fuma, tutta la Campagna trema!) proprio perché il Castello copriva un ruolo di sicurezza per Roma importante perché raccoglieva i segnali di fumo che segnalavano un pericolo incombente da inviare alla città. Il Castello di Fumone è stata anche la maggiore fortezza militare dello Stato Pontificio nel Basso Lazio. E proprio a Papa Celestino V che è legato uno degli episodi più misteriosi del castello.

Molte persone di Fumone raccontano storie di fantasmi nel castello. Oggi il Castello di Fumone è di proprietà privata della famiglia Longhi, a cui fu affidato da Papa Sisto V nel 1584 per conservare la memoria storica di questo luogo. Il Castello fu luogo di prigionia e decesso di Gregorio VII, conosciuto come l'antipapa francese, il cui corpo e luogo di sepoltura non fu mai trovato. Fumone fu anche la cella di Papa Celestino V dopo aver abdicato che qui trovò la morte nel 1296. Nel Castello trovò la morte anche il marchesino Francesco Longhi, nel 1800: la sua morte è avvolta in un grande mistero, se si sia trattato di omicidio (non si conoscono arma e autori del delitto nel caso) o di altra causa. C'è chi racconta di aver sentito pianti e lamenti provenire dal castello: probabilmente della Duchessa Emilia Caetani per il dolore della morte del figlio Francesco. Il piccolo corpo imbalsamato di Francesco Longhi è ancora conservato in un secretaire nell'Archivio del Castello, dove ancora vivono gli eredi dei Marchesi Longhi.

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Macabra è anche la storia del Pozzo delle Vergini: i signori del Castello di Fumone facevano valere il diritto di Jus primae noctis per le giovani spose del villaggio. Le donne dovevano arrivare vergini alla prima notte di nozze, se non rispettavano la legge venivano giudicate impure e gettate nel pozzo che ancora oggi è visibile all'ingresso del piano nobile del Castello. Oltre a pianti e lamenti, si racconta di luci che si accendano autonomamente, di oggetti che scompaiono o cadono misteriosamente, di sedute spiritiche organizzate nell'ala ovest del castello, e di strane presenze come quella dell'antipapa francese di cui non fu mai trovato il corpo. Nell'intero Castello di Fumone non si trovano inoltre ritratti felici per volere della Duchessa Emilia Caetani in seguito alla morte del marchesino Francesco Longhi, perché tutta la fortezza doveva restare in lutto per la morte del piccolo, unico erede maschio di una famiglia numerosa composta da sette sorelle.

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