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Il muro di Bagnoli, Napoli lotta con l’arte

La lunga barriera di venti metri presa d’assalto per due giorni dagli artisti del progetto «Dust». La nuova risorsa sono i giovani, il loro linguaggio è l’arte!
A cura di Valentina Pepe
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Il simbolo del bene e quello del male, dell'ingenuità e dell'inganno, Pinocchio e Mangiafuoco, il gatto e la volpe. E' questo l'universo di Carlo Collodi nella metafora della vita; ed è questo che è stato rappresentato a Bagnoli. Bagnoli piegata sulle sorti dell'ex Italsider, buggerata dai bonificatori e sigillata dai magistrati. Tanti simboli, tante piccole ferite dipinte sul muro che è già simbolo, venti metri di testimonianza, specchio contorto di una Napoli che soffre e che ha ancora voglia di cambiare, partendo dalla strada, partendo dall'arte!

La lunga barriera ad angolo con lo stradone che porta alla fu Città della Scienza e dirimpettaia dell'Arenile, è stata presa d'assalto per due giorni dagli artisti del progetto «Dust», che coi loro disegni hanno inteso omaggiare il maestro Jacovitti. Un affresco corredato anche da grandi lettere in«wild style», un muro regalato dagli artisti alla città, lavagna bianca per gridare la rabbia e l'ingiustizia. Così bello da meritare un’ideale segnalazione sulla mappa turistica dell’ultimo scorcio di primavera. Correte però a visitarlo, i graffiti eseguiti con le bombolette, da non confondere mai col teppismo spray, per loro natura sono splendidi ma sbiadiscono inevitabilmente.

Un’iniziativa di riqualificazione attraverso l’arte di porzioni urbane concesse dal Comune di Napoli. Così parla del muro,Daniele Passero della Bereshit, che organizza il progetto:  "In teoria equivale alla conquista di spazi nuovi, proponiamo un’idea nuova di decoro urbano (infatti Dust sintetizza Decoro Urbano Sul Territorio, ndr) che è fortemente legata al quartiere in cui nasce: un’ex area industriale, da vent’anni alla ricerca di una nuova identità, una zona che stenta a "rinascere". Da qui anche il gioco sulla parola dust che inglese vuol dire polvere. Polvere d’amianto dell'ex Ilva, dei castelli di sabbia costruiti sulla spiaggia flegrea, facile allegoria delle promesse friabili di certa politica. E poi, perché no, polvere quale pulviscolo spray colorato che circonda i writers quando tirano un outline, ovvero il contorno delle lettere e dei pupazzi collodiani. Sono venuti anche dalla Francia per dipingere piazzetta Bagnoli. In particolare, un’associazione di Toulouse, chiamata Faute O Graff. Il presidente è Reso, writer di fama internazionale. A firmare con lui il «pezzo» ci sono Lens e Teso. In azione anche i soci dell’associazione Bereshit, Zeus e Koso. E infine il giovane Sane."

L'idea è nata al Centro giovani «Peppino Impastato» del Comune di Napoli a Bagnoli, dove sono stati organizzati alcuni workshop. Il primo dedicato al Centro stesso, decorato all’esterno con graffiti ispirati all’attivista di Cinisi. Il secondo trae spunto da una ricerca sul quartiere. Tutto sortisce dal bando che venne emanato dell’assessorato comunale ai Giovani e che si prefiggeva di coinvolgere gli under 25 delle dieci municipalità di Napoli. L’iniziativa sui graffiti è una tra le 22 idee finanziate. È previsto un evento finale, intitolato «Il clan degli artisti», che avrà il suo culmine il 28 Giugno 2013 presso la Villa Comunale di Scampia.

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