L’arte di Guy Laramée: suggestivi paesaggi in dimenticati libri d’epoca
Col crescente numero di lettori elettronici e di e-book, il futuro uso dei libri sembra essere sempre più difficile e in discussione. L'artista franco-canadese Guy Laramée affronta la questione da una prospettiva squisitamente romantica e creativa, ricavando sognanti paesaggi tridimensionali, incredibilmente reali, da abbandonati e impolverati libri d'epoca, quasi a far rivivere le descrizioni delle pagine ormai sbiadite.
Laramée è un artista multidisciplinare, scrittore, regista, compositore e antropologo. Se da un lato il suo scopo è trovare un buon uso per i libri obsoleti, in realtà alla base delle sue sculture c'è una riflessione ben più profonda riguardante "l'erosione della Cultura". Le sue opere si concentrano sulla natura della coscienza umana e sulla conoscenza:
Le culture nascono, diventano obsolete, e sono sostituite da quelle nuove. Con la scomparsa delle culture, alcune persone si sentono perse e avvilite. Attualmente diciamo che i libri di carta sono destinati a morire. La biblioteca, come luogo, è finito. Si potrebbe dire: e allora? Crediamo davvero che le nuove tecnologie cambieranno qualcosa riguardo al nostro dilemma esistenziale, alla nostra condizione umana? E anche se avessimo potuto cambiare il contenuto di tutti i libri sulla terra, avrebbe potuto ciò modificare qualcosa in relazione al dominio della conoscenza analitica sulla conoscenza intuitiva?
In un certo senso il lavoro di Laramée allude ad uno "scavo" del nostro eccessivo affidamento sulla conoscenza analitica, simboleggiato dal libro. Come sottolinea Laramee: "La nostra esistenza, la nostra nascita, la vita e la morte, chi siamo veramente è un mistero inconoscibile, e la conoscenza ultima potrebbe benissimo essere un'erosione invece di un accumulo". Varie le sue collezioni negli anni: "Biblos" e "La grande muraglia", "Isole" e "Isola", tutte riflessioni sull'attuale condizione umana, come il sentimento di solitudine che oggi sembra essere sempre più diffuso mentre le tecnologie avevano promesso di connetterci sempre di più al mondo e tra noi.
"Così io intaglio e dipingo paesaggi romantici nei libri. Montagne di un sapere diffuso in disuso tornano ad essere ciò che realmente sono: montagne. Esse possono erodersi un po' di più e diventano colline. Poi si appiattiscono e diventano campi in cui apparentemente non succede nulla. Mucchi di enciclopedie obsolete tornano a quando non avevano bisogno di dire nulla, quando tutto era più semplice. E nebbie e nubi cancellano tutto quello che sappiamo, tutto ciò che pensiamo di essere".