La Cina vieta il copycatting: l’era del plagio delle architetture famose è finito!
Già nel 2016 aveva fatto il giro del mondo la notizia del Presidente cinese Xi Jinping che vietava la costruzione di edifici bizzari sul tutto il territorio nazionale dietro l'imperativo "No more weird buildings" per cui niente più edifici a fiore, a forma di teiera o di telefonino. Da oggi la Cina può dire addio anche alle copie della Tour Eiffel, delle Piramidi o del Tower Bridge né città che sembrano Parigi o Venezia perché su tutto il territorio non sarà più permesso “plagiare, imitare, copycatting”. Xi Jinping ha vietato ogni pratica di plagio.
Il divieto di copycatting è stato esteso in tutta la Cina. Xi Jinping ha vietato il plagio e la copia di architetture esistenti, pratica spesso molto usata e diffusa nell'edilizia in Cina. Per fornire una stima approssimativa del livello di diffusione della modalità di plagio delle architetture nel paese sappiamo che in Cina si contano almeno dieci Case Bianche, quattro Archi di Trionfo, un paio di enormi sfingi, una Piramide egizia, il Tower Bridge di Londra e una Tour Eiffel, senza contare le numerose città copia di importanti centri occidentali. La pratica del copycatting è stata introdotta negli anni '90 quando fu plagiata la Cappella di Ronchamp di Le Corbusier a Zhengzhou, poi demolita.
Il divieto di copycatting è stato imposto anche nei confronti delle architetture cinese e sembra sia stato mosso dall'obiettivo di promuovere lo stile nazionale cinese nel mondo. Il ministero cinese ha inoltre comunicato che saranno vietati anche gli edifici "Stranieri, grandi e strani". “Invece di limitarsi a imitare e copiare edifici stranieri,” afferma infatti il capo del dipartimento di architettura del paesaggio dell'Università di Tongji Han Feng al Times, “è urgente che gli architetti e il pubblico conoscano e imparino dalla nostra profonda arte architettonica”.