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La genesi di Sebastião Salgado, a Roma fino a settembre

Un viaggio fotografico nei cinque continenti per documentare, sensibilizzare ed accendere la consapevolezza su quanto sia importante il bene del nostro pianeta. Diverso e fantastico nelle sue sfaccettature, il mondo di popoli e animali visto attraverso il suo obiettivo regala immagini in un bianco e nero di rara bellezza.
A cura di Valentina Pepe
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Il fotografo brasiliano Sebastião Salgado è protagonista a Roma di una mostra che comprende 200 immagini scattate in zone geografiche distinte e suddivise in cinque sezioni: il Pianeta Sud, I Santuari della Natura, l’Africa, Il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl. L'esposizione è ospitata all'Ara Pacis e resterà aperta al pubblico fino al 15 settembre 2013.

"Genesi",  è a cura di Lélia Wanick, ed è l’ultimo grande lavoro di Sebastião Salgado, colui che è stato definito il più importante fotografo documentario del nostro tempo: uno sguardo appassionato, teso a sottolineare la necessità di salvaguardare il nostro pianeta, di cambiare il nostro stile di vita, di assumere nuovi comportamenti più rispettosi della natura e più consapevoli di quanto ci circonda, per conquistare una nuova armonia. Il mondo com'era, il mondo com'è e come lo abbiamo occupato; la terra come risorsa magnifica da contemplare, conoscere, amare. Questo è lo scopo e il valore dell’ultimo straordinario progetto, fotografie eccezionali: dalle foreste tropicali dell’Amazzonia, del Congo, dell’Indonesia e della Nuova Guinea ai ghiacciai dell’Antartide, dalla taiga dell’Alaska ai deserti dell’America e dell’Africa fino ad arrivare alle montagne dell’America, del Cile e della Siberia.

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 Un’altra parte del lavoro mette insieme le fotografie che ritraggono animali, impressi nell’obiettivo di Salgado attraverso un lungo lavoro di immedesimazione con i loro habitat naturali, il fotografo ha infatti vissuto nelle Galapagos tra tartarughe giganti, iguana e leoni marini. Ha affermato il fotografo:

“Personalmente vedo questo progetto come un percorso potenziale verso la riscoperta del ruolo dell’uomo in natura. L’ho chiamato Genesi perché, per quanto possibile, desidero tornare alle origini del pianeta: all’aria, all’acqua e al fuoco da cui è scaturita la vita; alle specie animali che hanno resistito all’addomesticamento; alle remote tribù dagli stili di vita cosiddetti primitivi e ancora incontaminati; agli esempi esistenti di forme primigenie di insediamenti e organizzazione umane. Nonostante tutti i danni già causati all’ambiente, in queste zone si può ancora trovare un mondo di purezza, perfino d’innocenza. Con il mio lavoro intendo testimoniare com’era la natura senza uomini e donne, e come l’umanità e la natura per lungo tempo siano coesistite in quello che oggi definiamo equilibrio ambientale”

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Sebastião Salgado (Aimorés, 8 febbraio 1944) è un fotografo brasiliano, che attualmente vive a Parigi. Dopo una formazione universitaria di economista e statistico decide, in seguito ad una missione in Africa, di diventare fotografo. Nel 1973 realizza un reportage sulla siccità del Sahel, seguito da uno sulle condizioni di vita dei lavoratori immigrati in Europa. Nel 1974 entra nell’agenzia Sygma e documenta la rivoluzione in Portogallo e la guerra coloniale in Angola e in Mozambico. Nel 1975 entra a far parte dell’agenzia Gamma ed in seguito, nel 1979, della celebre cooperativa di fotografi Magnum Photos. Nel 1994 lascia la Magnum per creare, insieme a Lelia Wanick Salgado, Amazonas Images, una struttura autonoma completamente dedicata al suo lavoro. Salgado si occupa soprattutto di reportage di impianto umanitario e sociale, consacrando mesi, se non addirittura anni, a sviluppare e approfondire tematiche di ampio respiro. Durante i sei anni successivi Salgado concepisce e realizza un progetto sul lavoro nei settori di base della produzione. Il risultato è La mano dell’uomo, una pubblicazione monumentale di 400 pagine, uscita nel 1993, tradotta in sette lingue e accompagnata da una mostra presentata finora in oltre sessanta musei e luoghi espositivi di tutto il mondo. Dal 1993 al 1999 Salgado lavora sul tema delle migrazioni umane. I suoi reportages sono pubblicati, con regolarità, da molte riviste internazionali. Oggi, questo lavoro è presentato nei volumi In Cammino e Ritratti di bambini in cammino, due opere che accompagnano la mostra omonima edite in Italia da Contrasto.

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