Le case fatte di alghe sono il futuro dell’edilizia
"Immagina un materiale da costruzione resistente alla putrefazione, al fuoco, non tossico, isolante rispetto alla lana minerale e che può essere utilizzato per creare edifici carbon-negativi. Sembra incredibile, vero? In realtà, questo materiale è stato utilizzato per secoli già in tutto il mondo, fino a quando non abbiamo dimenticato come usarlo. Si chiama anguilla ed è un tipo di alghe.", con queste parole la tecnologa dell'architettura Kathryn Larsen introduce la sua ricerca sui materiali da costruzione sostenibile. La scoperta di un'alga da usare in edilizia è avvenuta studiando le case di alghe marine di Læsø, in Danimarca.
L'anguilla è un'alga che cresce in tutto il mondo. A Læsø, in Danimarca, veniva usata per costruire i tetti delle case che poi venivano ricoperti di paglia. Queste tecniche col tempo caddero nell'oblio fino a quando Kathryn Larsen non l'ha riscoperta per sviluppare un pannello prefabbricato per tetti e facciate degli edifici. L'anguilla è un materiale fantastico per l'edilizia perché è naturalmente ignifugo, resistente alla putrefazione, a carbonio negativo e diventa completamente impermeabile dopo circa un anno. Inoltre vi cresce sopra naturalmente della vegetazione che crea fantastici tetti giardino e facciate verdi. "I pannelli sono stati progettati tenendo conto della tettonica originale delle case di Læsø: abbracciare la qualità organica del materiale anziché costringerlo a conformarsi.", spiega la tecnologa, "Tuttavia i confini del legno e la struttura sottostante dei pannelli trasformano la tettonica, aggiungendo ripetizione e ordine alle proprietà organiche delle alghe".
I pannelli di alghe sono realizzati usando solo acqua e anguilla, e cercando di ridurre al minimo l'uso di leganti anche se naturali, in modo da preservare la non tossicità dell'anguilla. Il materiale ottenuto è stato adoperato su pannelli di legno strutturati 10×10 cm. Il risultato è un pannello da costruzione resistente alla putrefazione, al fuoco, non tossico, isolante rispetto alla lana minerale e che può essere utilizzato per creare edifici carbon-negativi. Kathryn Larsen spera che la sua ricerca possa essere d'ispirazione per le future costruzioni sostenibili.