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Le misure morbide di Mimmo Iacopino

Dal 5 ottobre al 24 novembre 2013 a Lecco alla Galleria Melesi.
A cura di Valentina Pepe
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Con Misure Morbide, Mimmo Iacopino (Milano, 29 ottobre 1962) propone una trentina di lavori inediti, proposti per la prima volta in mostra. Artista conosciuto per la raffinata qualità dell’utilizzo di differenti materiali, Iacopino si è avventato su una tavolozza fatta di fili mouliné in cotone, strisce di velluto, di raso, metri da sarto, da banco, senza rinunciare alla pittura. Attraverso il sottile gioco di incastri ed eleganti stratificazioni di masse colorate, da vita a una infinita produzione di complessi reticoli. “Trama orditi” in una composizione che diviene con l’atto stesso del fare. La trama cambia, i fili si intrecciano, si intersecano, vengono ricomposti, metabolizzati e, solo dopo numerosi passaggi, l’opera può dirsi compiuta. Decontestualizzati dal loro abituale campo d’esistenza i materiali, diventano corpi morditi e lucenti che disegnano profondità, proporzione ed equilibrio compositivo. Con uno spiccato rigore “estetico” ereditato da un passato come fotografo di still life (Iacopino arriva da Studio Azzurro), l’artista agisce seguendo un progetto fatto di calcolo ma anche d’istinto, il risultato: il ritmo, il respiro, l’emozione del fare pittura.

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Nell’estate del 2012 per la prima volta assembla nello stesso quadro metri e nastri di velluto e raso. Diversi per morfologia e funzione i materiali coesistono, si valorizzano, si esaltano l’uno a contatto con l’altro: Misure morbide. Sperimentati sotto forme, misure e accostamenti differenti i metri si palesano tra le tante in opere di grandi dimensioni come Misure morbide verticali bindelle intrecciate a velluti dai toni delicati, in Totem colonna verticale alla quale si accompagnano piccole tele satellite tutte fatte di bindelle di differenti colori, Metro cubo sculture a forma cubica e Misura morbida il pezzo “forte della mostra”. Costruita con rigore sul supporto della tela e appoggiatasi nel suo divenire al “limite” del telaio, è stata liberata per palesarsi in tutta la sua tridimensionalità. Elemento caratterizzante di questa mostra, la misura di Iacopino è una misura altra, non è la matematica operazione d’analisi, non indica, come nella geometria descrittiva, la dimensione lineare o angolare, non è come in metrologia il risultato dell’operazione di misurazione, ne è la misura della musica, qual valore che indica un gruppo di note o pause comprese in una durata definita, la misura di Iacopino è una misura personale: astratta. All’artista non interessano i centimetri o i millimetri scanditi sui metri, è il prodotto industriale che lo interessa, l’oggetto stesso è il ritmo intrinseco che ha, un ritmo sincopato in un intreccio che ora si palesa, scompare, dialoga con altri materiali, superfici. Spogliata la misurazione di tutti i suoi contenuti, i suoi limiti e tutta la relatività che gli sta intorno, i metri di Iacopino sono solo soggetto: materia e colore. Preparati appositamente per la Galleria Melesi, inediti anche i gioielli di Iacopino, interessanti ciondoli d’artista. Accompagna la mostra un catalogo di 60 pagine curato dall’artista e con testo critico di Francesca Brambilla.

(Photo courtesy Alessandro Galli)

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