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Milano attraverso gli ingressi dei palazzi più belli della città

Nascosti dietro facciate spesso austere, gli ingressi dei palazzi milanesi sono tesori da scoprire. Considerati il biglietto da visita di un edificio, gli ingressi milanesi sono luoghi di passaggio dallo spazio urbano a quello privato, caricandosi di grande valore simbolo. Karl Kolbitz ne ha selezionato 144, tra le più belle sale d’ingresso milanesi.
A cura di Clara Salzano
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Casa Melandri, Gio Ponti, Alberto Rosselli, 1954–57 Sconces by Candle. floor: Carrara marble stairs: Rosso Levanto ophicalcite Copyright: © Delfino Sisto Legnani
Casa Melandri, Gio Ponti, Alberto Rosselli, 1954–57 Sconces by Candle. floor: Carrara marble stairs: Rosso Levanto ophicalcite Copyright: © Delfino Sisto Legnani

Quali sono le prime cose che colpiscono uno straniero che arriva per la prima volta a Milano? Per Karl Kolbitz, editore tedesco, sono stati gli ingressi dei palazzi milanesi, spesso nascosti dietro facciate austere, "si rivelano come esempi abbaglianti del modernismo italiano, mediando lo spazio pubblico e privato con vivide configurazioni di colore e forma, dai pavimenti di pietre giustapposte ai murali di geometria minimalista". Kolbitz varca la soglia di alcuni degli edifici storici del modernismo italiano a Milano, le porte a 144 delle più belle sale d'ingresso della città nel libro "Entryways of Milan – Ingressi di Milano", edito dalla Taschen.

"Entryways of Milan – Ingressi di Milano" è un viaggio fotografico attraverso gli atri milanesi più spettacolari della città. Gli edifici selezionati, 144 nello specifico, coprono il ponte temporale dal 1920 al 1970 di Milano e sono stati progettati da alcuni dei più illustri architetti e designer della città, tra cui Giovanni Muzio, Gio Ponti, Piero Portaluppi e Luigi Caccia Dominioni, altri sono ingressi non di particolare importanza architettonica e storica ma ugualmente di interesse e rara bellezza. L'editore Karl Kolbitz ha scelto di raccontare questi tesori nascosti di Milano attraverso l'occhio fotografico di Delfino Sisto Legnani, Paola Pansini e Matthew Billings. Ogni scatto rivela uno visione personale del fotografo su pietre, maniglie delle porte e corrimano, viste architettoniche ampie dei diversi ingressi della città.

Il valore simbolico

Gli ingressi dei palazzi milanesi, con le loro portinerie, sono luoghi di transizione, che segnano il passaggio dalla città, da uno spazio pubblico a quello privato del condominio. Si caricano dunque di valore simbolico, quello della soglia, tanto cara anche al regista Michelangelo Antonioni per le sue mise en scène esistenziali. Kolbitz ha oltrepassato la soglia di oltre 140 palazzi per dare vita ad un'originale indagine sul modernismo milanese e del design italiano del XX secolo. Ogni fotografia è accompagnata da un testo descrittivo di Penny Sparke, Fabrizio Ballabio, Lisa Hockemeyer, Daniel Sherer, Brian Kish e Grazia Signori, che rivelano al lettori dettagli unici sui materiali applicati e gli allestimenti, i colori e le forme, dai pavimenti di pietre giustapposte ai murali di geometria minimalista, nonché le implicazioni storico-artistiche e sociali di ciascuno degli ingressi, dando una chiave di lettura mai avuta prima.

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Gli ingressi su Instagram

A due anni dalla pubblicazione del libro, alcuni ingressi milanesi, con le loro portinerie d'autore, sono diventati delle vere e proprie star su Instagram dietro l'hashtag #entrywaysofmilan. La portineria più instagrammata di Milano è quella del Grattacielo INA, in Corso Sempione 33, edificio costruito tra il 1953 e il 1958 su progetto dell'architetto Pietro Bottoni che per l'ingresso di questo edificio semplice e imponente si è affidato ad un gioco geometrico di tessere di mosaico rosa e blu cobalto alle pareti, pilastri rivestiti di cemento e ghiaia sottile, pavimento di marmo di Carrara e soffitto a stucco veneziano rosa. Anche Casa Melandri, in viale Lunigiana 46, progettata da Gio Ponti e Alberto Rosselli tra il 1954 e il 1957  ha riscosso un grande successo su Instagram con il suo ingresso giallo e bianco che sembra uscito da un film.

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