Milano, muore Guglielmo Mozzoni, l’architetto utopista che credeva nell’Expo
Una città dove 25.000 abitanti possono incontrarsi percorrendo al massimo 240 metri, eliminando la necessità dei trasporti inquinanti, questo era il sogno di ‘Città ideale' secondo Guglielmo Mozzoni, che vedeva nell'Expo 2015 l'occasione per realizzarla. Ma non ha avuto il tempo di vedere il suo modello concretizzarsi, il elebre architetto milanese, utopista al modo dei grandi utopisti settecenteschi come Ledoux e Boullée è morto all'età di 99 anni il 31 luglio 2014, nella sua casa milanese di Corso Venezia, a pochi mesi dal traguardo centenario. Ospitare la sua idea di città e i disegni in uno spazio della manifestazione sarà sicuramente un modo per ricordarlo, lui che è stato un architetto di fama mondiale e di grande prestigio del ’900.
Nato nobile in una bella villa di Biumo Superiore, a Varese, si laurea al Politecnico di Milano nel 1939. Da subito si fa notare per i suoi progetti di qualità come la casa di Casorate Sempione, progettata a quattro mani con il socio Luigi Ghedini, che ottenne la pubblicazione su Domus per lo stile in pieno Movimento Moderno, ancora raro per l'Italia post guerra. Sposato con Giulia Maria Crespi, fondatrice e presidente onorario del Fai, Mozzoni ha trascorso gran parte della sua vita in battaglie per la salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale italiano. Nel 1983, curò l’intervento di recupero dell’eremo di San Fruttuoso a Camogli, il primo grande «luogo del cuore» del Fai, donato all'associazione dalla famiglia Doria Pamphilj. Tra i suoi progetti più celebri ricordiamo il palazzo della Carlo Erba e il recupero del complesso di Villa della Porta Bozzolo con relativo giardino. È stato tra gli architetti ammessi a partecipare alla gara per la progettazione e costruzione a Milano della nuova sede della Regione Lombardia. Tra le sue ultime battaglie anche la dura opposizione nei confronti del progetto del super-albergo alle Ville Ponti. Guglielmo Mozzoni fu anche un grande protagonista della Seconda Guerra Mondiale in Italia per il suo impegno durante la Resistenza, quando dopo l'8 settembre diventò ufficiale di collegamento tra gli alleati e il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia. In una missione atterrò all’Ippodromo di San Siro a Milano, ed era solito dire scherzando: “L’unica medaglia che mi è stata conferita è quella dell’Unire (Unione nazionale incremento razze equine)”. Scompare un grande architetto e uomo della Milano novecentesca. Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha manifestato cordoglio e vicinanza alla famiglia, dichiarando: "Mozzoni è stato un grande protagonista nelle proposte per un'urbanistica moderna, affrontandole in sintonia con il contesto ambientale, la sostenibilità e le tematiche sociali".