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Milton Glaser e il rapporto con l’Italia, da Piero della Francesca all’Olivetti

Milton Glaser, il graphic designer del famoso logo “I love New York” e uno degli artisti più famosi al mondo, è morto all’età di 91 anni lasciando un’eredità importantissima da cui emerge il suo rapporto con l’Italia, fonte di ispirazione per la sua produzione creativa ma anche terreno fertile per i suoi iconici lavori.
A cura di Clara Salzano
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Milton Glaser, il famoso graphic designer che ha ideato l'iconico logo "I love New York" è morto all'età di 91 anni, nel giorno del suo compleanno, il 26 giugno 2020. Tra i più importanti e influenti artisti del Novecento, Glaser ha segnato la storia del design con la sua estetica elegante che ha conquistato aziende d'eccellenza come Olivetti e Campari, tra le altre. Di recente il suo tratto immaginifico era entrato anche nelle case del mondo intero attraverso la serie televisiva Mad Men sul mondo pubblicitario di New York degli anni Sessanta, per cui aveva realizzato la locandina dell'ultima stagione. Probabilmente uno dei graphic designer più influenti al mondo, Glaser deve molto del suo stile all'Italia che ha condizionato gli elementi visivi e i motivi stilistici della sua arte.

Milton Glaser è nato il 26 giugno 1929, nel Bronx, da Eugene ed Eleanor (Bergman) Glaser, immigrati dall'Ungheria. Si avvicinò al design da ragazzino quando un cugino più grande gli mostrò per la prima volta il potere del disegno dando vita con la matita da un uccello sul fianco di un sacco di carta per divertirlo e così raccontava l'episodio: "Sapevo che avrei passato la mia vita a fare cose quando mio cugino è venuto a fare da babysitter per me quando i miei genitori uscivano. Aveva con sé un sacchetto di carta marrone.", ha raccontato alla rivista Inc. nel 2014, "Ci sedemmo in soggiorno e lui disse: "Vuoi vedere un uccello?" E ho pensato che avesse un uccello nella borsa, e ho detto: "Sì". Ed entrò e tirò fuori una matita. Disegnò un uccello sul lato del sacco di carta. Era come ricevere le stimmate. All'improvviso, sono quasi svenuto con la consapevolezza che potresti creare la vita con una matita. E in quel momento, ho deciso che avrei trascorso la mia vita in questo modo. E a quanto pare, è così che ho trascorso la mia vita".

Glaser all'Accademia di Belle Arti

L’Italia è sempre stata un luogo prediletto da Milton Glasier sin dai tempi della sua borsa di studio a Bologna. È a questo periodo che risalgano gran parte delle sue contaminazioni artistiche che condizioneranno la sua creatività nel tempo. Ha frequentato l’Accademia delle belle arti dove conobbe Giorgio Morandi. Tra i due artisti nacque un magnifico rapporto di stima e amicizia che è stato documentato dalla Galleria d’Arte Moderna della città nel 1989. È stato probabilmente il maestro bolognese a fargli conoscere Piero della Francesca, il pittore rinascimentale preferito da Glaser, la cui l’intelligenza sublime e la pittura influenzerà molti lavori del designer newyorkese.

Glaser e Piero della Francesca

Il suo amore per l’Italia è durato tutta la vita. Uno degli artisti che maggiormente ha influenzato l'arte di Glaser è stato Piero della Francesca. Negli anni 1991 e 1992 il designer newyorkese realizzò vari acquarelli sia ad Arezzo che a Milano per rendere omaggio ai cinquecento anni della morte di Piero della Francesca. Ispirandosi all'artista rinascimentale, Glacer è riuscito a creare un linguaggio visivo unico e d'impatto che continua ad essere un punto di riferimento per molti graphic designer.

Glaser e il Rinascimento

Dal Rinascimento Glaser ha appreso la bidimensionalità statica del disegno. Il suo tratto è infatti caratterizzato da un gioco visivo d’impatto grafico immediato. Tale influenza è molto evidente nella pubblicità del marchio Heller dove sono rappresentati dei cuscini a forma di pasta, un raviolo di preciso di 60 cm, con due colori, un titolo e una proiezione ortogonale. L'arte rinascimentale ha influenzato anche la pubblicità del 1968 per Olivetti, per cui ha modificato un dipinto del XV secolo di Piero di Cosimo che mostra un cane in lutto inserendovi l'ultima macchina da scrivere portatile dell'azienda italiana, la Valentino, ai piedi della ninfa morta nell'opera originale.

Glaser e l'Olivetti

I lavori di Glaser sono stati richiesti nel tempo da molte aziende e riviste come Fortune, L’Espresso e per il The Washington Post. Ha creato una lunga serie di grafiche e immagini di grandi impatto, anche per l'Olivetti che in un messaggio su Twitter ha scritto: "Avremmo voluto festeggiare il suo compleanno con uno spirito diverso ma proprio ieri, il 26 giugno, ci ha lasciati Milton Glaser. Un maestro del ‘900 che ha spesso contribuito a rendere unica la Storia di innovazione dell'Olivetti con il proprio genio artistico". Anche Glaser ha sempre ricordato con entusiasmo la sua collaborazione con Olivetti. Per la macchina da scrivere Valentine, disegnata da Ettore Sottsass, realizzo una serie di poster spettacolari, che hanno fatto la scuola del graphic design, in cui reinterpreta capolavori dell'arte italiana: "nessun altra compagnia al mondo avrebbe provato a vendere macchine da scrivere in questo modo", disse.

Glaser, la Campari e la Triennale di Milano

Numerosissimi sono i lavori di Glaser nel campo della pubblicità affidatigli da grandi aziende di tutto il mondo e restando in Italia, oltre l'Olivetti, ricordiamo la Campari. Il designer newyorkese recentemente scomparso è stato anche designer scenografico per la Mostra Internazionale della Triennale di Milano negli anni 1987 e 1988.

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