Napoli, il Centro Direzionale deve cambiare
Quando si arriva a Napoli dall'autostrada una delle prime cose che si nota, dopo l'affacciarsi della linea iconica del Vesuvio all'orizzonte, è un complesso di grattacieli che sembrano in contrasto con l'edilizia urbana dominante. Quell'insieme di moderni edifici, vicini e compatti da creare una sorta di cittadella, costituisce il Centro Direzionale di Napoli, progettato nel 1995 dall'architetto giapponese Kenzō Tange, nel quartiere Poggioreale. In pochi sanno che il progetto del Centro Direzionale di Tange in realtà occupa solo una parte, di proprietà privata, dei lotti edificabili a disposizione, e di preciso l'area occidentale del quartiere. Dal 2007 il Centro Direzionale di Napoli è oggetto di un progetto di completamento, promosso dal Comune già dal 1998, che interessa l'area orientale del distretto, di proprietà pubblica. Tuttavia nessun intervento ancora è stato mai realizzato.
Oggi l'area occidentale del Centro Direzionale vessa in totale abbandono e degrado. Il Centro Direzionale, così come concepito negli anni Sessanta, è stato edificato in seguito solo nel settore occidentale di proprietà del principale lottizzatore privato (Mededil) che ha realizzato un quartiere ad alta densità edilizia, per di più terziaria, senza provvedere all'integrazione delle attrezzature pubbliche. Per lungo tempo il settore orientale di proprietà comunale è stato dimenticato. Il suo completamento era previsto a partire dal 2007 ma nessun lavoro è stato ancora mai cominciato. La scelta fatta con il Piano urbanistico era quella di abbandonare l’uso generalizzato della piastra sopraelevata, che caratterizza il vecchio Centro direzionale di Kenzo Tange, e realizzare un progetto di raccordo tra vecchio, nuovo Centro direzionale e la città attraverso la costruzione di residenze pubbliche, spazi commerciali, nuove attrezzature sportive, scuole e un grande parco urbano. I vari lotti del comparto privato sono stati oggetti di bandi di concorso per la realizzazione del Piano di ampliamento del Centro Direzionale di Napoli (committente Agorà6). I Vulcanica Architettura hanno progettato alcune delle residenze previste dal Piano.
Il nuovo Centro Direzionale avrà innanzitutto un grande parco urbano, posto tra il vecchio centro direzionale e il nuovo comprensorio, caratterizzato da una maglia di viali pedonali e ciclabili in due aree separate da una strada di nuova progettazione. Nell’area tra la nuova strada e via Gianturco verranno realizzato il sistema degli spazi pubblici con un centro sportivo (già esistente ma da recuperare), un cinema multisala, parcheggi e spazi attrezzati pedonali. Nuove attrezzature sportive sono previste nell'area di progettazione rivolta verso via Vesuvio. Sarà costruita una scuola elementare con palestra, mensa e biblioteca. Infine il lotto di proprietà comunale sarà dotate di varie residenze pubbliche, alcune destinate alla locazione agevolata a categorie sociali protette.
Lungo il margine orientale del parco saranno integrati alcuni interventi privati, posti in sei lotti di edifici a destinazione residenziale, con i servizi commerciali. I Vulcanica Architettura progettano un quartiere di edifici residenziali a torre, in linea e di case sul parco con le relative attrezzature di pertinenza. Dove ora c'è una grande zona abbandonata, un tempo adibita a mercato ortofrutticolo (costretto da anni a trasferirsi fuori dai confini urbani con la conseguente perdita di un'attività storica per la città), ci sarà una piccola cittadella a dimensione uomo dotata di tutti i servizi, le attrezzature e soprattutto immersa nel verde urbano.
Per realizzare questo progetto è previsto un costo di 84 milioni di euro. L'amministrazione ha elaborato una strategia per completare il Centro Direzionale senza gravare sulle finanze pubbliche: le opere potranno essere realizzate attraverso il project financing, cioè dai concessionari in cambio di una cessione o di una gestione trentennale. Con questa particolare modalità di project financing il Comune ottiene il duplice scopo di realizzare i progetti e risparmiare denaro pubblico.