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Napoli, la storia della NATO: da ex base militare a centro culturale della città

Quello che accadrà a Napoli il 6 giugno è destinato a cambiare la storia: la base Nato più grande d’Italia, da vasta area militare sarà presto aperta a tutti come polo culturale e ricreativo per la città. Dal giugno la ex base NATO si mostrerà a tutti come nessuno l’hai mai vista, vocata all’arte, al cinema e alla musica.
A cura di Clara Salzano
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Per decenni l'area di più di duecentomila metri quadrati a ovest di Napoli, corrispondenti alla base NATO più grande d'Italia, è stata come un'isola protetta e incastonata all'interno della città a cui non si aveva libero accesso. A distanza di più di mezzo secolo, quella che tutti i napoletani e non solo conoscono come la NATO viene restituita alla città diventando un polo culturale e ricreativo per tutti. Dal 6 giugno 2019 gli spazi della ex base NATO si trasformeranno in un centro culturale e per il tempo libero con diverse aree dedicate al cinema, al teatro, alla musica e al food.

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La storia

Da base militare a centro culturale, la storia della Nato di Bagnoli a Napoli ha attraversato diverse fasi. L'area a nord di Bagnoli, nota come collina San Laise, fu destinata nel 1938 ad accogliere l’Istituto per i figli del Popolo, Collegio Costanzo Ciano, opera di pubblica utilità destinata ai bambini e ragazzi indigenti di Napoli. La cittadella faceva parte delle grandi opere architettoniche previste dal vasto programma di risanamento del quartiere di Fuorigrotta durante l'epoca fascista. Quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale, la grande area, per la sua posizione strategica, fin da subito venne requisita dalle autorità militari italiane, poi da quelle tedesche e infine dagli Alleati.

Nel 1954 la NATO, acronimo di North Atlantic Treaty Organization, l'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord istituita nel 1949 tra Stati Uniti d'America, Canada, Regno Unito, Francia, Norvegia, Germania, Italia e altri Paesi dell'Europa occidentale per contrastare eventuali attacchi e minacce di stati come l'Unione Sovietica, trasferisce a Bagnoli la sua base. La NATO di Napoli era la più grande d'Italia. Dopo l'addio delle truppe militari americane nel 2013, la base NATO ha vissuto diversi anni di abbandono. Fino ad oggi che la cittadella di più di duecentomila metri quadrati, sociale prima, militare poi, è tornata alla Fondazione Banco di Napoli che, grazie all'iniziativa di alcuni imprenditori napoletani, apre alla città come hub culturale e ricreativo. Dal 1 giugno fino al 28 luglio 2019 gli spazi della ex base ospiteranno concerti, spettacoli teatrali, installazioni artistiche, mercatini, un cinema e un ristorante a cielo aperto con ExBASE.

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La struttura

L'immensa area della ex NATO tutt’oggi ha un'estensione complessiva di circa 30 ettari e 60 are, 13 dei quali destinati a fondo agricolo e 17 occupati da edifici e spazi aperti.  Il complesso, ex Collegio Ciano, è articolato in 18 fabbricati, uno stadio, due palestre, le residenze, un teatro, una chiesa cattolica, strade interne, piazzali e campi da gioco. Oggi parte dell'area sportiva è stata acquisita dall'associazione Rugby di Napoli. La piscina viene usata dai residenti organizzati in associazione. Dal 6 giugno 2019 gli altri spazi della ex base NATO ospiteranno eventi culturali e ricreativi creando un nuovo polo di attrazione per Napoli che si chiamerà ExBase.

Ogni sabato, gli edifici dismessi dell'ex base Nato prenderanno vita, immergendo il pubblico in contesti urbani differenti grazie ad un sistema di video mapping a cura di di Francesco Taddeucci, da New York a Tel Aviv, facendo vivere un viaggio senza mai lasciare Napoli. Sulla riconversione di questa grande area a nord di Bagnoli, il Presidente della Regione Vincenzo De Luca ha detto: “Abbiamo una delle aree più significative della città di Napoli che ha grandi potenzialità e prospettive per attività sociali di vario tipo, un luogo nel quale sperimentare forme di collaborazione positiva tra pubblico e privato… Dobbiamo far sì che quest’area diventi un polo di riferimento per le politiche sociali e culturali che rappresentano l’arma più forte per contrastare forme di delinquenza e criminalità. Un’area che può diventare punto di forza della cultura e della rigenerazione urbana per tutta la città di Napoli”.

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