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Notre Dame du Haut di Le Corbusier vandalizzata

Vetrate in frantumi nella Cappella progettata da Le Corbusier sulla collina di Ronchamp. Le autorità dicono che i danni siano irreparabili.
A cura di Clara Salzano
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La Cappella di Notre Dame du Haut, a Ronchamp, la piccola cappella sulla collina situata ai piedi dei Vosgi in Francia, creata da Le Corbusier nel 1955 è stata oggetto di atti vandalici. Venerdì scorso, il 17 gennaio 2014, una suora ha riferito che alcune delle vetrate, disegnate e firmate dal maestro del Razionalismo, erano in frantumi, un albero divelto dal prato e un tronco di cemento mancante. La polizia ha confermato che il danno è stato causato con l'obiettivo di entrare nel negozio e nella biblioteca della Cappella.

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Gli intrusi hanno fracassato le vetrate colorate recanti un'illustrazione originale di Le Corbusier: "il danno non ha prezzo"! Una valutazione da parte del dipartimento dei monumenti storici ha considerato l'opera danneggiata irreparabile. La polizia ha lanciato un appello per cercare testimoni che trovino i responsabili dei danni. I vetri rotti erano stati firmati dalla mano di Le Corbusier. Secondo l'analisi fatta dal dipartimento dei monumenti storici, "sono persi per sempre". Si cercherà di recuperare i pezzi frantumati prima di fare un nuovo vetro, il più vicino possibile all'originale.

Photo Tim Brown Architecture
Photo Tim Brown Architecture

Le Corbusier aveva voluto scrivere sulle vetrate, oggi andate in frantumi, di propria mano, una parte dell’Ave Maria, per unirsi, lui portavoce di una laicità protagonista della cultura del ‘900, alla preghiera dei fedeli, finita la guerra, in un momento tragico della storia europea. E nello stesso tempo, con la sua opera straordinaria, l'architetto svizzero voleva invitare i fedeli a vivere il mistero della luce che, penetrando dalle trenta finestre del lato esposto a est, fora una parete di grande spessore, illuminando i fedeli come se a ciascuno fosse rivolto un messaggio divino. "La chiave / è la luce / e la luce / rischiara delle forme / e queste forme hanno / una potenza emotiva / per il gioco delle proporzioni / per il gioco dei rapporti / stupefacenti, inattesi": in questi versi scritti per Ronchamp da Le Corbusier trapela l’intenzione di fare della luce l'elemento costitutivo dell’architettura, riprendendo la tradizione delle costruzioni sacre nella storia.

La vetrata prima degli atti vandalici. Photo Tim Brown Architecture
La vetrata prima degli atti vandalici. Photo Tim Brown Architecture
Photo Tim Brown Architecture
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L'intrusione  di venerdì è il terzo subito dalla cappella in pochi anni. Antoine Picon, presidente della Fondation Le Corbusier, che protegge le opere artistiche e architettoniche di Le Corbusier, ha rilasciato una dichiarazione chiedendo l'adozione di misure d'emergenza per proteggere il sito vincolato. La dichiarazione ha invitato l'Associazione Oeuvre Notre-Dame-du-Haut a "proteggere meglio il patrimonio del XX secolo e quella di Le Corbusier in particolare". Picon ha anche colto l'occasione per puntare al cattivo stato strutturale ed estetico della chiesa, citando "problemi di umidità, infiltrazioni e la cattiva conservazione della muratura".

Notre-Dame du Haut è considerata uno dei più celebri esempi di moderna architettura religiosa, nonchè uno dei massimi simboli dell'architettura brutalista. Configura tra i monumenti storici dal 1967. La cappella, costruita in una radura circondata da alberi e montagne in lontananza, è stata vista come "una rottura con i disegni architettonici precedenti dell'architetto svizzero-francese". Non più dunque forme ortogonali e razionali, ma curve, che esplorano le molteplici possibilità di utilizzo del calcestruzzo in architettura. Le Corbusier con la Cappella di Notre-Dame du Haut a Ronchamp realizza il prototipo della chiesa contemporanea.

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La copertura è uno dei grandi capolavori della cappella, realizzata con una gettata di calcestruzzo, modellata come se si trattasse di una grande vela rovesciata. Per aumentare il senso di leggerezza dell'insieme, la copertura non poggia direttamente sulle pareti ma su corti pilastrini affogati nella muratura. In questo modo, osservando il soffitto dall'interno, si percepisce una lama di luce che penetra tra i muri e la vela, come se essa potesse quasi volar via in qualsiasi momento. La luce entra inoltre da decine di aperture delle più varie forme: feritoie, finestre, vetrate e frangisole che determinano suggestivi effetti di luce valorizzati dal contrasto tra il bianco dell'intonaco ed il grigio sporco del cemento. "Ho voluto creare un luogo di silenzio, di preghiera, di pace, di gioia interiore", disse Le Corbusier il giorno dell'inaugurazione. Per questo la vetrata danneggiata è una ferita insanabile per il mondo dell'architettura e di tutta la cultura europea del ‘900.

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