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Pensare per immagini, al Maxxi la mostra di Luigi Ghirri

Fino al 27 ottobre 2013. Icone, paesaggi, architetture.
A cura di Valentina Pepe
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Immagine

Nata dalla collaborazione con il Comune di Reggio Emilia e la Biblioteca Panizzi, che custodisce molti dei documenti originali del suo archivio, la mostra comprende fotografie, menabò, libri, cataloghi e negativi e racconta i diversi profili di questa complessa e poliedrica figura di artista.

I lavori del grande maestro della fotografia reggiano, deceduto nel 1992 all'età di 49 anni saranno al Maxxi di Roma in 300 scatti in cui rientrano, libri della sua biblioteca privata, un centinaio di stampe vintage, menabò, riviste, recensioni, cartoline, dischi e copertine di vinili con foto sue, che testimoniano la sua passione per la musica. La mostra è organizzata come un viaggio attraverso tre punti fermi della sua opera: le icone del quotidiano, i paesaggi e le architetture. Un vero e proprio percorso nell'opera e nelle ricerche culturali del fotografo attraverso i suoi scatti. L'allestimento d'eccezione della mostra, curato da Francesca Fabiani, Giuliano Sergio e Laura Gasparini, accompagna il visitatore e lo accoglie nell'atmosfera "d'epoca" evocata dalle foto esposte che provengono, dalla fototeca Panizzi, dal CSAC di Parma, dall'Istituto nazionale per la Grafica di Roma, presso l'Archivio degli eredi Ghirri, da collezioni private e anche dal MAXXI.

Luigi Ghirri, inizia a fotografare nel 1970 confrontandosi con artisti concettuali e ricercando segni nei paesaggi naturali e segni artificiali nell'opera umana e nel paesaggio stesso (manifesti, insegne ma anche cartine geografiche). Dal 1980, sollecitato da Vittorio Savi, si confronta con la fotografia di architettura nel territorio. In particolare fotograferà per lo stesso Savi, per Aldo Rossi, Paolo Zermani. Negli stessi anni stringerà amicizia con lo scrittore Gianni Celati. I suoi paesaggi sono sospesi, non realistici per certi versi metafisici, spesso privi di figure umane ma mai privi dell'intervento dell'uomo sul paesaggio. Le sue foto sono generalmente a colori. L'uso di colori delicati e non saturi è fondamentale nella sua poetica e nasce dalla stretta collaborazione con il suo stampatore Arrigo Ghi. Di notevole spessore gli scatti dello studio bolognese di via Fondazza del pittore Giorgio Morandi. Autore di copertine di numerosi album per la RCA sia di musica classica che di artisti italiani come Lucio Dalla, Gianni Morandi, Luca Carboni, CCCP Fedeli alla linea (Epica Etica Etnica Pathos), Stadio, Ciao Fellini, Robert & Cara e altri. È morto per un infarto a 49 anni.

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