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R-RIPARABILE? Una riflessione per un censimento critico sul tema della riparabilità

Al via durante il Salone del Mobile 2013 il concorso R-Riparabile? Il progetto nasce per attivare un dialogo continuativo fra industria e quanti, nei modi più diversi, sono impegnati nella costruzione di una nuova poetica relazionale con gli oggetti, le loro qualità, la loro capacità di durare e di avere valore nel tempo, con l’uso, ma anche di cambiare funzione e finalità.
A cura di Valentina Pepe
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R-RIPARABILE?  Una domanda che potrebbe diventare un imperativo del design contemporaneo e di tutti i settori della produzione: riparabile? Laddove riparabile significa definire nuovamente qual è il reale ciclo di vita di un oggetto e quali azioni progettuali ne possono favorire un utilizzo duraturo. Il titolo rigorosamente in italiano vuole dichiarare un atteggiamento di ricerca proprio della cultura italiana di progetto: aperto al confronto e attento al dialogo con l’industria.

Un progetto di ricerca nato dalla volontà di censire criticamente tutto ciò che si sta facendo di innovativo attorno al tema della riparabilità. Si tratta di un progetto aperto a indagare non solamente le proposte di progettisti e produttori, ma anche quelle di scienziati, tecnici, ricercatori, autoproduttori. E senza dimenticare quanto maker, comunità web del fai-da-te e gruppi sociali stanno sviluppando come movimento “bottom up” di riappropriazione degli oggetti. Una riflessione destinata a chi ancora non conosce questo mondo e a chi invece già lo frequenta ampiamente, promotori inconsapevoli di un movimento che sta lanciando una sfida al mercato e all’industria, oltre che alla cultura del design. Cosa diventerà R-RIPARABILE? è una domanda aperta agli sviluppi della ricerca. Una pubblicazione, una riflessione in forma di mostra, una open source digitale: l’obiettivo è di aprire una dialettica sul fare riparabile che appassioni in modo intelligente e aperto tutti gli attori del progetto, cavalcando l’onda di una nuova tensione ideativa. A tutti R-RIPARABILE? lancia una call for entry internazionale durante la Design Week 2013. Un invito a partecipare alla creazione del primo repertorio sulla riparabilità, utile alla definizione di uno stato dell’arte dei nuovi modi del produrre e dell’usare: prodotti semplificati e accessibili, tecnologie della riparabilità, strategie sui pezzi di ricambio, materiali, progetti di nuove estetiche e, non ultimo, programmi che coinvolgono il sociale e il territorio nella costruzione di un’economia che preveda logiche nuove di durata e di riparabilità, verso una nuova cultura della relazione con le cose. R-RIPARABILE? è un progetto a cura di Frida Doveil. IL PROGETTO Esiste una crescente richiesta di cultura della riparabilità. è ora interessante comprendere cosa sia davvero questa cultura, di quali elementi si compone, da dove nasce e come si potrà evolvere. R-RIPARABILE? è un progetto, a cura di Frida Doveil, che rintraccia nella riparabilità il paradigma di un “nuovo” ancora inesplorato eppure già così ampio e diffuso. Lo spunto critico è individuabile nel tentativo di censire con intento scientifico una parte di produzione ancora inesplorata o semplicemente silenziosa, al fine di realizzare una sorta di nuova enciclopedia del Fare, aperta alla consultazione e alla riflessione critica di aziende e designer. Afferma  Frida Doveil:

“Molti degli oggetti che oggi ci circondano sono estremamente performanti ma sotto la pressione dell’innovazione tendono velocemente a diventare obsoleti e sono destinati a morire nel momento stesso in cui si rompono. È arrivato il momento di instaurare una nuova relazione con gli oggetti, al di là dell’indifferenza. Una relazione che restituisca valore agli oggetti stessi, alla fatica del produrli, all’intelligenza nel progettarli e alle conoscenze necessarie per permettere di conservarli. Anche perchè, l’oggetto che per noi oggi è già vecchio e superato, per altre realtà nel mondo assume invece un nuovo valore e, rivalutato, torna ad essere utile e apprezzabile. In questo scenario, la riparabilità potrebbe diventare il cardine per indirizzare la produzione verso un nuovo paradigma, in cui ricambi, accessibilità, facilità di montaggio e smontaggio e perfino co-progettazione diventino nuovi standard. Qualcuno lo sta già facendo e il nostro lavoro vuole inquadrarlo all’interno di una riflessione culturale più ampia”.

R-RIPARABILE? è per ora un invito a farsi riconoscere. L’indeterminatezza di un movimento spontaneo chiama il bisogno di catalogare e raccogliere idee, progetti, luoghi e imprese all’interno di una sorta di censimento ragionato e critico che permetta a tutti di conoscersi e di fare conoscere meglio le nuove modalità del produrre. Si tratta di un progetto aperto a indagare non solamente le proposte di progettisti e produttori, ma anche quelle di scienziati, tecnici, ricercatori, autoproduttori, maker e comunità del fai-da te o semplicemente gruppi sociali che si riappropriano della loro relazione con il mondo degli oggetti, per una riflessione destinata a chi ancora non conosce questo mondo e a chi invece già lo frequenta ampiamente, promotori inconsapevoli di un movimento che sta lanciando una sfida al mercato e all’industria, oltre che alla cultura del design. Cosa diventerà R-RIPARABILE? è una domanda aperta agli sviluppi della ricerca. Una pubblicazione, una riflessione in forma di mostra, una open source digitale: l’obiettivo è di aprire una dialettica sul fare riparabile che appassioni in modo intelligente e aperto tutti gli attori del progetto, cavalcando l’onda di una nuova tensione ideativa.

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