Roma, chiude l’Outdoor Festival: storia di 10 anni di urban art nella Capitale
"La storia di Outdoor è una storia di successo e non possiamo lasciarla morire senza dirlo. Come una rock star vogliamo finire la nostra carriera e ritirarci.", con queste parole l'Outdoor Festival comunica la sua dipartita. Si chiude il sipario sul primo e più importante festival di urban art di Roma che il 31 luglio finirà per sempre. Il festival ha raggiunto i dieci anni di attività il 7 maggio 2020. Dai murales di Ostiense con il primo Street Art District della città fino all'edizione 2018 presso il Mattatoio di Testaccio sono state tante le iniziative di Outdoor che hanno contribuito negli anni al cambiamento del tessuto sociale della capitale.
Outdoor è un progetto di Nufactory nato nel 2010 per cambiare il tessuto sociale di Roma e le abitudini di chi la vive attraverso una serie di azioni di carattere culturale. È stato il primo festival a realizzare interventi di Street Art su edilizia residenziale mai visti prima a Roma e a dar vita alla prima installazione in Europa concretizzatasi grazie una donazione collettiva. "Outdoor è stato in primo luogo un progetto civico, volto alla creazione di un senso di comunità diffuso, per la condivisione di esperienze positive e uno spirito internazionale.", raccontano i fondatori del progetto, Francesco Dobrovich e Alessandro Omodeo insieme al Business Developer Marco della Chiara, che ci scrivono per comunicare pubblicamente la fine di Outdoor: "Oggi abbiamo deciso di chiudere, in bellezza, come una band che al giro di boa si rende conto di aver dato tutto e di non poter fare meglio…Vogliamo comunicare la nostra scelta di interrompere il progetto in un contesto difficile come quello della nostra città, di interromperlo per dare merito a tutti coloro che lo hanno supportato negli anni di aver contribuito, con un lavoro di sostegno collettivo a qualcosa di umanamente e socialmente forte, un progetto volto a restituire nuova socialità attraverso l’arte, per sensibilizzare il pubblico ad un cambiamento sempre lento ella città di Roma".
Il quartiere Ostiense è stato il luogo dove l'Outdoor Festival ha mosso i suoi primi passi, realizzando diversi interventi artistici concretizzatesi nel primo Street Art District di Roma. Grazie alla nufactory vari luoghi in disuso sono stati riaperti e riattivati come l’Ex Dogana Ferroviaria nel 2014, l’area dell’Ex Caserma Guido Reni che è stata data alla comunità come nuovo polo sociale e culturale. Entrambi gli spazi hanno accolto negli anni successivi vari eventi dedicati alla socialità fino ad essere nuovamente chiusi. Nel 2018 Outdoor ha animato il Mattatoio di Testaccio con l'ottava edizione del Festival. Tutte queste esperienze hanno contribuito a fare di Outdoor una delle realtà artistiche più interessanti e originali del panorama non solo romano ma nazionale e internazionale. E ora che l'Outdoor Festival chiude i battenti, esce definitivamente dall'agenda culturale, chiude il sito e si cancella dai social, il ricordo di tutto questo importante lavoro continuerà a vivere nel museo virtuale realizzato in collaborazione con Google Arts & Culture, per sempre. E l'eredità dell'Outdoor continuerà a vivere in altri progetti futuri: "Nuove pagine meravigliose sono sul mio sentiero e su quelle dei miei amici fraterni che hanno condiviso con me un percorso pieno di vita.", continua Dobrovich, "Il nostro vuole essere un grido di gioia perchè per dire no ci vuole coraggio e per cambiare rotta, soprattutto se la prima è stata di gloria e amore, è davvero un gesto forte. Viva Outdoor!".