Roma, l’Arco di Giano torna visibile grazie alle parole perdute delle donne
Dopo 28 anni riapre l'Arco di Giano. L'edificio è l'unico arco celebrativo a pianta quadrangolare di Roma, costruito nel IV secolo dai figli di Constantino per onorare la sua morte. L'importante monumento al centro della Capitale torna visibile, dopo l'attentato del 28 luglio 1993, grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza Speciale di Roma e la Fondazione Alda Fendi – Esperimenti che ne hanno reso possibile il restauro. La riapertura dell'Arco di Giano verrà festeggiata il 5 novembre 2021 dall'azione scenica di Raffaele Curi, "Nu-shu Le parole perdute delle donne", in omaggio alle donne. Il famoso monumento sarà poi fruibile gratuitamente dal 13 novembre 2021, ogni sabato e dall'ultima domenica di marzo 2022.
La storia dell'Arco di Giano a Roma
Situato ai margini del Foro Boario a Roma, l'Arco di Giano è un famoso tetrapilo di Roma. Fu costruito nel IV secolo in onore di Constantino. Esiste una duplice versione circa il nome del monumento: secondo alcuni fu intitolato al dio bifronte Giano proprio per la sua particolare pianta quadrangolare; secondo altri il nome deriva dal latino "ianus" che indica un varco o un passaggio coperto. Alto 12 metri e largo 16 metri, l'Arco di Giano doveva mostrarsi completamente diverso in origine perché arricchito di numerose sculture, nelle nicchie e nelle edicole, di cui oggi restano solo quattro figure femminili nella chiave di volta. Anticamente l'Arco probabilmente era sormontato da un piano attico con tetto a forma piramidale che fu però demolito nei restauri del 1827 che ritennero la soprelevazione una superfetazione dei Frangipane che chiusero e inglobarono l'Arco in una fortificazione medievale. Il 28 luglio 1993 l'Arco di Giano è stato danneggiato da un attentato realizzato con autobomba che ha causato la chiusura dell'importante monumento fino ad oggi, che torna visibile grazie all'intervento della Soprintendenza Speciale di Roma e la Fondazione Alda Fendi – Esperimenti.
Perché Nu-shu, le parole perdute delle donne
Il 5 novembre 2021 riapre l'Arco di Giano a Roma. L'evento viene celebrato con un'azione scenica in omaggio alle donne. Si tratta dell'opera di Raffaele Curi "Nu-shu Le parole perdute delle donne". L'opera prende il nome dall'unica lingua al mondo solo femminile, Nu-shu appunto, creata dalle donne cinesi del popolo Yao, nella provincia dello Hunan, per non farsi comprendere dagli uomini mentre parlavano. L'azione, in scena alle 21.15 e poi alle 21.45, avrà al centro un solo uomo con attorno 70 kimoni nuziali in seta bianca, ognuno a simboleggiare la storia e la vita di una donna.