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Saint Hotel, l’albergo d’autore ricavato nelle grotte di Santorini

L’architetto greco Kapsimalis Architects ha convertito le grotte in disuso di Santorini, in Grecia, in un complesso di case vacanza di lusso. Un tempo usate come aree di stoccaggio, fienili o cantine, le grotte sotterranee della famosa isola greca oggi sono diventate un hotel di design con sedici camere, un ristorante, una piscina comune e una palestra.
A cura di Clara Salzano
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Situato ai margini del tradizionale villaggio di Oia, in cima alle rocce vulcaniche della Caldera, a Santorini, in Grecia, il Saint Hotel è un albergo scavato nelle grotte dell'isola greca. Il progetto dell'architetto greco Kapsimalis Architects ha visto il recupero di vecchie grotte sotterranee utilizzate un tempo come aree di stoccaggio, fienili e cantine e oggi trasformate in suite di lusso dai tipici caratteri mediterranei. L'albergo si trova su un terreno in pendenza, orientamento sud-ovest, che offre agli ospiti vista libera sul mare e sul vulcano come nelle migliori immagini da copertina delle Cicladi.

Il progetto del Saint Hotel aveva come obbiettivo la ricostruzione dei vecchi edifici esistenti e l'aggiunta di nuove camere d'albergo nelle grotte. Il risultato è una struttura alberghiera che comprende una piccola reception, sedici camere, un ristorante, una piscina comune e una palestra. L'hotel si sviluppa su sei livelli in pendenza. Si accede alla struttura partendo dal livello più alto, per poi scendere gradualmente con il degradare del terreno. Al piano superiore si trovano la reception e un'area salotto all'aperto. Una scala esterna centrale conduce dal livello superiore al livello del ristorante e l'area della piscina a sfioro. La scal scende adiacente ai tre livelli intermedi che comprendono le camere dell'hotel con i loro cortili e le piscine private. Il livello più basso comprende una spa, una piccola palestra, sale massaggi, hammam, cabine sauna, bagni, le aree di stoccaggio e un cortile relax privato sul bordo delle scogliere.

L'albergo si ispira all'architettura della casa-grotta con le sue forme geometriche, la scala umana, la materialità e il colore bianco tradizionale. "L'obiettivo principale della proposta è a) il restauro non legato dei vecchi edifici esistenti e b) la costruzione di nuove camere d'albergo e spazi comuni come una rifusione contemporanea e distinta della morfologia cubistica del vecchio insediamento ma allo stesso tempo come una discreta continuazione del terreno paesaggistico della caldera.", spiega l'architetto greco Kapsimalis Architects. Le camere sono state progettate rispettando la preesistenza ma tutte hanno le aperture che guardano verso il panorama. Le facciate seguono le curve del terreno e la sovrapposizione dei vari strati modella la forma finale del Saint Hotel e il suo effetto drammatico: "Il movimento verso il basso della scala esterna centrale dall'ingresso dell'hotel alla parte più bassa della trama simula una "crepa" negli "edifici" degli edifici, che dirige i movimenti e gli ospiti verso le singole aree private e comuni dell'hotel". Anche gli interni sono curati nei minimi dettagli e si ispirano alle località cosmopolite del sud del Mediterraneo senza dimenticare le norme dell'architettura tradizionale greca.

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