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Stefano Boeri: “A volte i progetti che non si realizzano sono i più interessanti”

Stefano Boeri risponde alle domande di Google, il format di Fanpage.it. L’architetto del famoso Bosco Verticale di Milano racconta dei suoi progetti e della sua vita privata. Dalla carriera da architetto al nuovo progetto in Triennale, dalla Cina a Milano di cui dice “È la misura di tutte le altre città del mondo”.
A cura di Redazione Design
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Stefano Boeri ci accoglie all'interno di un appartamento tipo del suo Bosco Verticale a Milano, il più bel grattacielo del mondo, per raccontarsi ai microfoni di Fanpage.it. Il noto architetto milanese ci parla dei suoi progetti, dell'inaspettato e planetario successo del Bosco Verticale, della sua professione, della sua città, della sua vita pubblica e privata, sempre molto riservata, che definisce "Uno scrigno di ricchezza da proteggere".

Il successo del Bosco Verticale

Figlio dell'architetto e designer Cini Boeri, da sempre l'architettura è il motore della sua vita, una "professione appassionante e difficilissima, come la definisce, la cui caratteristica principale è la "voglia di anticipare gli spazi del futuro". E il suo grattacielo del Bosco Verticale a Milano il futuro lo ha sicuramente anticipato, se non condizionato. È stato premiato negli Stati Uniti, come il grattacielo più bello e innovativo del Pianeta. Le due torri residenziali di 111 metri e 78 metri, che compongono l'innovativo Bosco Verticale di Milano, hanno vinto il prestigioso Council on Tall Buildings and Urban Habitat promosso dall'Illinois Institute of Technology di Chicago che ogni anno nomina il grattacielo più bello di ogni continente: “Il Bosco Verticale è un esempio unico nell'utilizzo del verde in altezza e in proporzione. La "facciata vivente" dell'edificio, che incorpora numerosi alberi e oltre 90 specie di piante, svolge il ruolo di interfaccia attiva per l'ambiente circostante. Ciò che rende l'idea eccezionale è l'azione delle piante, che agiscono come estensione della copertura esterna dell'edificio". Da allora, il progetto del Bosco Verticale di Stefano Boeri si è affermato in tutto il mondo e foreste di grattacieli verdi sono sorti a Nanjing, in Cina, Utrecht, Parigi e adesso anche a Eindhoven, sotto forma di social housing.

Il rapporto con Milano

Nato a Milano nel 1956 e laureatosi nel 1980 in Architettura al Politecnico di Milano, Stefano Boeri guarda il mondo "sempre avendo in qualche modo dentro Milano che è come una specie di misura di tutte le altre città". Essere nato e cresciuto a Milano è stato fondamentale per la formazione, non solo professionale, ma anche politica e umana di Boeri. L'architetto milanese è stato infatti Assessore alla Cultura del Comune di Milano dal 2011 al 2013 e da febbraio 2018 è Presidente della Fondazione La Triennale di Milano, che rappresenta una delle principali istituzioni culturali in Italia. Milano è sempre presente in ogni obiettivo e progetto futuro, anche quando Stefano Boeri viaggia in Europa o in Cina dove ha uno studio a Shanghai.

La vita privata

"È uno scrigno di ricchezza da proteggere", così Stefano Boeri definisce la sua vita privata. Il famoso architetto del Bosco Verticale non ama parlare troppo dei suoi affetti, dei suoi "tesori", eppure dalle sue poche frasi si capisce l'importanza che riveste la moglie Maddalena Bregani, presenza fondamentale di tutta la sua vita; i figli, che Boeri definisce come "un progetto compiuto e una imprevedibile evoluzione" da seguire e da cui poter imparare. Perché la vita privata è una "dimensione da coltivare con insistenza" che non può mancare nella vita di una persona, anche se si tratta di un professionista internazionale e dedito al lavoro come Stefano Boeri.

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