The French Dispatch, arriva il nuovo film di Wes Anderson: il design italiano “nascosto” sul set
Wes Anderson è tornato: l'11 novembre uscirà nelle sale The French Dispatch, l'attesissimo nuovo film del visionario regista. Il film parla di un giornalista americano in Francia e delle migliori storie pubblicate dalla sua rivista, il French Dispatch appunto, tacitamente ispirata al New Yorker. Il film è ambientato in un immaginario paesino francese del dopoguerra e si annuncia già una vera delizia per gli occhi. Il gusto di Wes Anderson per l'architettura e il design è noto: simmetrie perfette, palette di colori accesi e dettagli curati fin nei minimi particolari per trasportare lo spettatore in un mondo che somiglia moltissimo al nostro, ma con un tocco di magia in più. Ma stavolta l'ispirazione arriva dall'Italia: ecco i segreti delle architetture e dei costumi di The French Dispatch.
Wes Anderson si è ispirato al cinema italiano
Il regista Wes Anderson ha presentato il film a Milano e ha rivelato che l'ispirazione è arrivata proprio dall'arte del nostro Paese, in particolare da un film di Vittorio De Sica. "Mi sono ispirato al vostro cinema e soprattutto a un film come L'Oro di Napoli di De Sica – ha detto in conferenza stampa alla Fondazione Prada, dove si trova il Bar Luce che lui stesso ha creato – Quando lo vidi per la prima volta decisi che ne avrei fatto uno simile. Amo queste antologie cinematografiche che si ritrovano anche in Visconti e Fellini, un format molto italiano". Il luogo della conferenza stampa non è stato scelto a caso: in alcune scene del film compaiono i flipper e i juke box ispirati proprio all'arredamento del suo iconico bar.
Dove è stato girato The French Dispatch
La storia del giornale The French Dispatch si svolge nella cittadina di Ennui-sur-Blasé. Non affannatevi a cercarlo su Google Maps: il villaggio non esiste. Wes Anderson e lo scenografo Adam Stockhausen hanno dovuto cercare un luogo che somigliasse alla Parigi del dopoguerra, o meglio, all'idea che i film ci hanno riportato della capitale francese.
Per trovare l'ispirazione il regista ha condiviso con lo staff una serie di film d'autore, da Mon Oncle di Jacques Tati a The Red Balloon, dai 400 colpi di Francois Truffaut a The Trial di Orson. Alla fine la scelta è ricaduta su Angoulême, una cittadina nel sud-ovest della Francia. A quel punto la produzione ha scelto il suo quartier generale in una fabbrica di feltro abbandonata, trasformandolo in uno studio cinematografico improvvisato con un negozio di oggetti di scena, una falegnameria, una sala per le sculture, una scenografia e tre palchi.
I costumi di Milena Canonero
Un occhio di riguardo meritano i costumi, curati da una vera e propria leggenda italiana del cinema: Milena Canonero. La costumista ha rivisitato lo stile di metà secolo – fatto di camicette bon ton, gonne al ginocchio e tanta, tantissima maglieria – con un tocco contemporaneo e un'accesa palette, il marchio di fabbrica di Wes Anderson. Per il ruolo di Tilda Swinton, ad esempio, Canonero si è ispirata all'eleganza di Peggy Guggenheim: capelli vaporosi e gioielli da sogno. Il film è girato in parte in bianco e nero e in parte a colori: per i costumi sono state fatte diverse prove con colori diversi, per capire come sarebbero risultate le tinte nelle scene grigie. Nella cartella colori spiccano tonalità sature come il giallo senape, l'arancio, il verde scuro, il bordeaux e il blu.
L'arredamento del set viene dai mercatini delle pulci
Per ricreare nei minimi dettagli le atmosfere dell'epoca, scenografi e arredatori hanno studiato le vecchie foto per capire come giocare con l'illuminazione e con gli oggetti di scena. La maggior parte di ciò che vedremo sullo schermo è stato trovato nei mercatini di antiquariato, nei negozi vintage e alle liquidazioni di proprietà.
Impossibile non innamorarsi delle pentole in rame o delle lampade da tavolo. L'oggetto di design che più ha appassionato Wes Anderson, però, è il tavolino con le gambe tornite: nel film se ne vedono tantissimi, in quasi tutte le scene. Scommettiamo che tornerà di moda?