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A casa di Fabio Novembre, il designer dell’eros italiano

Dalla famosa Nemo, la seduta con il volto di una maschera, alle sue Fiat 500 bianche con in mezzo un albero poste in molte città del mondo, Fabio Novembre è uno dei designer italiani più amati al mondo. Siamo entrati nella sua casa-studio milanese dove ogni oggetto esprime la sua forza ed energia esplosiva.
A cura di Clara Salzano
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Fabio Novembre è uno dei designer italiani più conosciuti al mondo e sicuramente tra i più irriverenti. I suoi lavori sensuali, provocatori, giocosi e vivaci, hanno cambiato il modo di concepire il design della quotidianità. Dalla famosa Nemo, la seduta con il volto di una maschera, alle sue Fiat 500 bianche con albero nelle città del mondo, Fabio Novembre è uno dei designer italiani più amati al mondo. Siamo entrati nella sua casa-studio milanese dove ogni oggetto esprime la sua forza ed energia esplosiva.

Fabio Novembre, nato a Lecce nel 1966, si laurea al Politecnico di Milano nel 1992. Oggi vive e lavora a Milano ma, dalla scuola di regia a New York post laurea, è ormai cittadino del mondo. La sua casa-studio milanese è infatti il ritratto della sua vita, poliedrica come i suoi interessi, giocoso, dirompente, ma anche intima e riflessiva. Inevitabilmente da un designer che collabora con le più grandi aziende di design come Driade, Cappellini, Venini, Meritalia e Kartell, e progetta showroom, boutique e interni per realtà internazionali come Lavazza, Blumarine e Stuart Weitzman ma anche ristoranti, uffici come Lamborghini e Milan, non ci si poteva non aspettare una casa ricca di contaminazioni e personalità. Per raccontarsi si descrive così:

Dal 1966, ho risposto a quelli che mi chiamavano Fabio Novembre.
Dal 1992, rispondo a quelli che mi chiamano anche "architetto".
Ritaglio spazi nel vuoto gonfiando bolle d’aria e regalo spilli appuntiti per non darmi troppe arie. I miei polmoni sono impregnati del profumo dei luoghi che ho respirato e quando vado in iperventilazione è soltanto per poi starmene un po’ in apnea. Come polline mi lascio trasportare dal vento convinto di poter sedurre tutto ciò che mi circonda. Voglio respirare fino a soffocare. Voglio amare fino a morire.

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