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Renzo Piano firma la nuova Fondation Pathé: un serpente striscia tra gli edifici di Parigi

Renzo Piano ha progettato la nuova sede della Fondation Jérôme Seydox-Pathé a Parigi come un serpente che si aggira tra le facciate del XIII arrondissement.
A cura di Clara Salzano
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Renzo Piano sicuramente è conosciuto a Parigi per il Centre Pompidou, che ha progettato nel 1970 con il collega architetto Richard Rogers, ma presto sicuramente un altro suo importante progetto si affermerà tra gli edifici icona di Parigi e della storia dell'architettura: la nuova sede della Fondation Jérôme Seydox-Pathé. La Fondation-Pathé è un’istituzione privata che ha tra le sue funzioni la conservazione dell’archivio della casa di produzione Pathé e, in generale, la promozione e la divulgazione del cinema e della sua storia. La nuova sede è al centro di un isolato del XIII arrondissement, dove prima c'era un vecchio edificio teatrale di metà Ottocento, trasformato a inizio Novecento in sala cinematografica (una delle prime di Parigi) e radicalmente modificato negli anni Sessanta.

"Inserire un'architettura all'interno di un isolato storico obbliga a un dialogo ravvicinato, fisico, con le preesistenze. Costruire sul costruito può essere un'occasione di riqualificazione diffusa, di riconquista dello spazio. La nuova sede della Fondation Jérôme Seydox-Pathé è una presenza inattesa, un volume curvo che si intravvede galleggiare al centro della corte in cui si è appoggiato, ancorandosi in pochi punti. Il nuovo edificio lascia spazio, a terra, per un giardino di betulle, un'isola vegetale nel denso contesto minerale della città". La nuova architettura, che sarà completata nei prossimi mesi, ospiterà gli archivi Pathé, alcuni spazi espositivi (temporanei e per la collezione permanente), una sala di proiezione di 70 posti, e gli uffici della fondazione. Al posto dei due corpi del vecchio teatro è stata realizzata una “creatura” organica che reagisce positivamente alle condizioni del contesto. L'idea è quella di rispondere al programma funzionale e rappresentativo richiesto dalla Fondazione aumentando contemporaneamente la qualità dello spazio circostante alla nuova architettura. Per il suo valore storico e artistico, è stata conservata e restaurata la facciata esistente su Avenue des Gobelins: la presenza di due sculture giovanili di Auguste Rodin la rendono un'icona consolidata del quartiere.

Subito al di là della facciata storica, una prima costruzione, trasparente e simile a una serra, funziona come ingresso alla Fondazione. Da questo spazio lo sguardo può spingersi all'interno della corte, incontrando il corpo principale e poi traguardandolo attraverso il piano terreno vetrato fino ad arrivare al giardino di betulle sul fondo dell'isolato. I caratteri di questa nuova architettura sono fortemente connessi con i vincoli del sito e con i requisiti che il progetto doveva soddisfare. Il rispetto delle distanze dalle costruzioni limitrofe migliora le condizioni generali di illuminazione e di ventilazione; la riduzione della superficie occupata a terra ha permesso di realizzare il giardino interno. La parte superiore dell'edificio principale è vetrata, e questo fa sì che gli uffici della Fondazione, che occuperanno gli ultimi due livelli, godano ampiamente della luce naturale. Durante il giorno la nuova architettura, che si percepisce parzialmente dalla strada attraverso e al di sopra della facciata restaurata, è una presenza discreta nella vita del quartiere. La notte sarà una leggera apparizione luminosa.

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