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Copenaghen, la piscina pubblica più bizzarra del mondo

Il nuovo Centro Culturale Waterfront di Copenhagen è un complesso di piramidi che permetterà ai bagnanti di fare un tuffo nella storia, nella cultura e nella vibrante vita urbana della città attraverso canali trasparenti e piscine terrazzate sul mare.
A cura di Clara Salzano
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Presto a Copenhagen  verrà realizzato un complesso acquatico diverso da tutti quelli che esistono al mondo perché accoglie una struttura a forma di cono simile ad una grande piramide dove sarà possibile nuotare tra canali trasparenti e piscine terrazzate sul mare. Il progetto del nuovo Centro Culturale Waterfront di Copenhagen è di Kengo Kuma che ha vinto un internazionale per la progettazione del nuovo porto di Paper Island. Il design dell'architetto giapponese è stato vinto perché evidenzia "il significato dell'acqua nella storia, nella cultura e nella vibrante vita urbana di Copenaghen". La realizzazione del compleasso è prevista per il 2021.

Il Centro Culturale Waterfront di Copenhagen accoglierà la piscina più bizzarra del mondo: i bagnanti saranno invitati ad andare alla deriva tra enormi piramidi di mattoni, collegate da alti canali trasparenti, con piscine terrazzate fino al mare. Il centro acquatico si estende su una superficie di 5.000 metri quadrati e comprende piscine interne ed esterne. Dai rendering presentati da Kengo Kuma al concorso colpisce la progettazione del piano terra che, grazie alla presenza di terrazzamenti e cascate, "crea una percezione ampia e continua della superficie dell'acqua dall'interno fino al porto". Ogni piscina del complesso ha un proprio spazio dedicato di luce ed ombra proveniente dai lucernari che stupisce.

Il nuovo Centro Culturale Waterfront trasformerà Paper Island, oggi una massa artificiale attualmente semi-inutilizzata, in un'attrazione della città e un luogo di vita. La città di Copenhagen ha affermato in una dichiarazione: "Il progetto crea una connessione unica tra terra e mare e soddisfa realmente la visione della città di Copenaghen di portare qualcosa di completamente nuovo e unico a Copenaghen e Paper Island.". L'obiettivo dell'architetto giapponese infatti era quello di dare vita ad "un'esperienza, e non solo un oggetto autonomo, nella forma del paesaggio, dell'arte e dell'architettura che sono unificati e definiti dall'acqua".

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