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Dormire in una scultura: l’arte di Antony Gormley

L’artista Antony Gormley ha realizzato una ‘scultura abitabile’ che dispone di una camera d’albergo al suo interno e prezzi da mercato dell’arte (2500£ a notte!).
A cura di Clara Salzano
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Avete mai avuto la sensazione che la vostra camera d'albergo non fosse sufficientemente artistica? Bene, la prossima volta che andrete a Londra, provate a prenotare presso il Beaumont: l'artista britannico Antony Gormley ha realizzato una "scultura abitabile" come parte di questo hotel a cinque stelle. L'opera, denominata ROOM, è una gigantesca scultura antropomorfa costituita da blocchi rettangolari che formano una figura di un uomo accovacciato ordinatamente accanto alla facciata neo-georgiana dell'hotel, nel quartiere Mayfair di West London.

Antony Gormley, ROOM, 2014. Stainless steel 316 8 mm thick with original mill scale finish; dark fumed oak 10.6 m x 6.5 m x 7.9 m. Permanent installation, Beaumont Hotel, London Photograph by Stephen White, London © the artist
Antony Gormley, ROOM, 2014. Stainless steel 316 8 mm thick with original mill scale finish; dark fumed oak 10.6 m x 6.5 m x 7.9 m. Permanent installation, Beaumont Hotel, London Photograph by Stephen White, London © the artist

Come molti dei pezzi più noti di Gormley, l'opera ha una forma umana, ma a differenza dei suoi pezzi precedenti, può ospitare anche delle persone al prezzo di 2.500 £ a notte. Gli ospiti del Beaumont possono dormire all'interno dell'opera di Gormley: una camera d'albergo totalmente scura che prende luce da una finestra posta tra le gambe dell'uomo accovacciato; priva di mobili ad eccezione del letto bianco di lino, la suite ROOM, posta su un tetto piano del Beaumont, comprende un soggiorno e un bagno in marmo, un alto soffitto e tende oscuranti integrate nella scultura stessa.

Gormley ha descritto la stanza come una "Grotta dell'eremita: volevo che la stanza fosse nella città ma allo stesso tempo completamente estranea ad essa, con un senso di chiusura all’interno ed esposizione all’esterno. Volevo che fosse un rifugio sicuro, un luogo di pace, raccolto rispetto all’esterno ma non completamente tagliato fuori. L’alta finestra sopra il letto affaccia direttamente sul cielo. Di notte, le persiane permettono un buio totale. L’interno è di soli 4 metri quadrati, ma alto 10 metri, chiuso al livello del corpo, ma alto e aperto sopra. L’idea è di rivelare lo spazio lentamente e permettere all’articolazione degli spazi di diventare qualcosa di più di un luogo di comfort ma diventare una notte interiore e articolata. Lo spostamento della tenda nera all’ingresso della camera rivela una soglia formata dalla superficie metallica della pelle esterna e il passaggio verso la scala. Qui, tutti gli strati della costruzione sono rivelati. Entrando in camera tutto ciò che si vede è il letto illuminato. L’ospite, sdraiato, può spegnere questi faretti e, nei minuti necessari per adattare gli occhi al buio, scoprire che questa oscurità ha una forma. Gli spazi interni in corrispondenza delle caviglie, dei gomiti e del collo hanno delle luci nascoste che illuminano parti interne altrimenti inaccessibili. Queste luci, basse e indirette, modellano lo spazio. Volevo strutturare la notte come un preambolo al sonno e al sogno. È la prima volta che tento di scolpire le tenebre. Il mio obiettivo in questo lavoro era quello si confrontare la scala monumentale con l’esperienza più intima e personale".

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