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Expo 2015: qual è il migliore padiglione dell’Esposizione di Milano?

Il padiglione del Regno Unito vince la medaglia d’oro per le architetture dell’Expo di Milano, ecco perché.
A cura di Clara Salzano
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L'Expo Milano 2015 è ormai prossimo alla sua conclusione. Ne abbiamo sentite ormai di parole spese sull'evento, elogi e critiche, e per chi è riuscito a visitare il faticoso sito dell'Esposizione un'idea se la sarà fatta sull'intero progetto. C'è chi ne ha sottolineato il flop e chi è rimasto sbalordito dai progetti realizzati. In ogni caso, qualsiasi sia l'opinione che ognuno di noi si sia fatta, quando si rientra da una visita all'Expo ci si sente sempre domandare: qual è il più bel padiglione dell'Esposizione di Milano? Così l'In/Arch-Ance ha deciso di istituire il Premio Internazionale “Le Architetture dei Padiglioni di EXPO MILANO 2015” che premia il migliore padiglione self-built di Expo Milano 2015: "Un’Esposizione Universale ha il compito di lasciare in eredità un’esperienza culturale, sociale, scientifica e tecnologica. A Milano sono state costruite opere iconiche, sintesi di architettura e ingegneria, che coniugano l’originalità del design con l’innovazione in un’operazione di carattere prevalentemente temporaneo".

Il Padiglione del Regno Unito vince il Premio. Con il suo alveare, il Padiglione del Regno Unito è il progetto che ha risposto al tema di Expo nella maniera migliore: “Tecnologia ingegneristica e costruttiva, design, arte, landscape e architettura si sono interfacciati con un dialogo creativo e poetico sottile – ha spiegato la giuria – Fin dall’ingresso i progettisti hanno predisposto un’area di attesa arricchita con dei contenuti, attrezzando uno spazio pubblico comunicativo in cui il tema viene svolto riferendosi al rapporto tra uomo e natura, riproducendo un alveare e seguendo il movimento di un’ape, a partire da una orchidea, passando per un prato fiorito, fino al ritorno all’alveare. Il tutto accompagnato da rumori ed effetti visivi registrati da un alveare vero monitorato costantemente dall’Università di Nottingham”. Un’opera apparentemente semplice e leggera quella progettata dal team composto dall’artista Wolfang Buttress e dallo Studio di progettisti BDP, ma che rappresenta una difficile sintesi del rapporto tra ingegneria, arte e architettura. Facilmente montabile e smontabile, il Padiglione del Regno Unito è riuscito ad attrarre visitatori sia di giorno che di notte grazie ad un interessante gioco di luci che culmina nell'alveare metallico posto al termine del percorso come una scultura esagonale. La struttura infatti ripropone il movimento delle api che di giorno lasciano l'alveare (che dunque si spegne) e di notte rientrano per produrre illuminando di energia l'alveare. Una menzione speciale è stata conferita inoltre ai Padiglioni dei Cluster, per aver introdotto, per la prima volta all'Esposizione Universale, il concetto di architettura allargata, consentendo di partecipare anche a paesi che non potevano permettersi di realizzare un padiglione auto-costruito. La Giuria, inoltre ha attribuito tre menzioni d’onore ai Padiglioni di Brasile, Cile e Marocco "che con declinazioni ed esito diverso hanno evidenziato un approccio esemplare al tema dato".

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