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I 5 segreti di celebri opere d’arte e d’architettura che (forse) non conosci

Dalla Tour Eiffel alla Gioconda ecco gli aneddoti che si celano dietro questi grandi capolavori dell’arte e dell’architettura che probabilmente non sapevi.
A cura di Clara Salzano
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La Tour Eiffel, la Gioconda, la Statua della Libertà sono opere che è impossibile non conoscere anche solo per nome, famose in tutto il mondo anche per i più piccini, ma quanto davvero sappiamo di questi capolavori? Anche se ce ne parlano da bambini e in molti li hanno visitati, esistono dei segreti che probabilmente non tutti sanno. Se forse è più risaputo che nel livello più alto della Tour Eiffel si nascondesse l'appartamento privato di Gustave Eiffel, l'ingegnere che ha progettato il simbolo di Parigi, dove accoglieva le personalità importanti; meno noto è il motivo del colore del Golden Gate Bridge, il famoso ponte di San Francisco, quello che, per intenderci, compare in tutti i film e serie tv americani di colore rosso-arancio: normalmente i ponti sono grigi o neri, ma la Marina Militare lo voleva a strisce bianche e gialle affinché si distinguesse bene nella nebbia. L'acciaio per costruire il ponte arrivò però già con una vernice di base dallo strano colore arancione bruciato e così gli ingegneri, dopo diverse discussioni, decisero di lasciarlo di questa tinta rendendolo uno dei ponti più fotografati al mondo.

Non tutti sanno probabilmente che, dopo il furto della Gioconda, nella notte tra il 20 ed il 21 agosto 1911, tra i primi sospettati, interrogati ed arrestati dalla polizia parigina ci furono Pablo Picasso e Guillaume Apollinaire. Sebbene Picasso fu subito rilasciato, Apollinaire rimase una settimana in carcere a causa delle accuse di un truffatore, un certo Honoré Joseph Géry Pieret, che fece i nomi dei due celebri personaggi. Tutti poi ricorderanno che invece del furto fu accusato definitivamente Vincenzo Peruggia, un carpentiere di Luino, che sembra abbia rubato il capolavoro Leonardiano per restituirlo all'Italia, recuperato poi due anni dopo il furto. Oppure che nel dipinto dell'Ultima Cena sembra sia nascosta una partitura musicale secondo l'informatico e musicista sardo Giovanni Maria Pala che spiega: "il segreto è nella posizione delle mani degli apostoli e in quella dei pani sulla mensa che insieme danno vita a una frase musicale scritta", e il direttore del museo dedicato a da Vinci in Toscana, Alessandro Vezzosi, considera la scoperta "plausibile". Infine, la CIA, durante la Guerra Fredda, decise di investire nell'arte per sottolineare la vivacità dell'America in contrapposizione alla rigidità Russa e fu soprattutto l'espressionismo astratto guidato da Pollock a ricevere alcuni finanziamenti. L'esempio fu la mostra itinerante "The New American Painting", con opere di Pollock, de Kooning, Motherwell, che nel 1958 arrivò a Parigi. Londra voleva esporre tali capolavori alla tate Modern ma non aveva abbastanza soldi per aggiudicarsi la storica mostra così il miliardario Julius Fleischmann finanziò l'operazione ma in seguito si è scoperto che fu la Cia a mettere il denaro.

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