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Isola d’Elba, 10 mete per amanti del design e della natura

L’Isola d’Elba, incontaminata e accogliente, incanta per la sua bellezza paesaggistica, per la sua cultura, la storia, l’architettura e le tradizioni, che ne fanno un vero e proprio gioiello imperdibile. Per quest’Estate Italiana, ecco una guida su cosa fare e scoprire sull’Isola per chi ama il design e la natura, per chi desidera vivere esperienze totalizzanti ed appaganti immersi in location sempre mozzafiato.
A cura di Clara Salzano
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Foto Stefano Govi
Foto Stefano Govi

L'Isola d'Elba è la più grande isola dell'arcipelago Toscano. Luogo di leggende e gesta di popoli antichi, l'Isola ha da sempre avuto un potere ammaliatore che ancora oggi attira visitatori da ogni parte del mondo, di ogni tipo, gusto o esigenza, dalle famiglie ai mountain biker, dagli escursionisti agli amanti del lusso e del relax. Incontaminata e accogliente, l'Isola conquista con la sua bellezza paesaggistica, la sua cultura, la storia, l'architettura e le tradizioni, che ne fanno un vero e proprio gioiello imperdibile. E se quest'estate 2020 sarà per molti il pretesto per esplorare i tesori italiani, non c'è occasione migliore per scoprire l'Isola d'Elba per chi desidera vivere esperienze totalizzanti ed appaganti attraverso alcune mete dedicate agli amanti del design e della natura.

L'Isola d'Elba è da sempre stata protagonista di miti e leggende. La sua invidiabile bellezza, nel cuore dell'arcipelago toscano, sembra trasse origine da Afrodite, che emersa dalla spuma del Mar Tirreno, perse la sua collana di perle, datale in dono da Paride, mentre cercava di raggiungere l’amato Eros sulle rive. Sette perle della collana rimasero a galla dando origine alle isole dell’Arcipelago Toscano, tra cui l’Elba, ricca di vegetazione, spiagge caraibiche, mare cristallino, cuore di metalli e pietre preziose, e brulicante di vita. L'Isola risulta abitata già 4.000 anni fa le. Furono poi le popolazioni etrusco-romane a rendere l’Elba un'importante passaggio per le rotte commerciali. Ricca di materie prime e risorse naturali, l'Isola è stata l'oggetto del desiderio di molti condottieri, pirati moreschi, e nobili illuminati come Cosimo I de’Medici, che qui creò la sua città ideale di “Cosmopoli”. Il territorio è una fonte inesauribile di eccellenze architettoniche, naturalistiche, storiche, enogastronomiche, tutte da esplorare.

L’isola “capitale” dell’Arcipelago Toscano è stata tra le prime rinomate località di vacanza a ripartire dopo il lockdown da pandemia. Grazie alla collaborazione tra tutti gli operatori e le istituzioni del territorio è stato lanciato il progetto #Elbasicura, promosso da Visit Elba, per offrire a turisti e operatori pratiche soluzioni per godere pienamente dell'Isola quest'estate in totale tranquillità. Si può raggiungere l'Elba in traghetti con portata ridotta e senza affollamenti; gli arrivi e le partenze sono disponibili in qualsiasi giorno della settimana; con oltre 200 spiagge disponibili non ci saranno problemi di distanziamento sociale; per chi vuole immergersi nella natura in totale sicurezza sono disponibili 400 km di sentieri, non resta che partire alla scoperta di alcune delle bellezze più suggestive dell'Isola d'Elba:

Cosmopoli

Se vi avvicinerete all'Isola d'Elba da mare, una delle prime località che vi salterà agli occhi è quella di Portoferraio, cittadella arroccata e fortificata di cui la Torre del Martello è il primo baluardo dell'ampia insenatura a ferro di cavallo del porto. Portoferraio è una delle città più importanti dell’isola, fondata per volere di Cosimo I De’Medici, Granduca di Toscana, per arginare le scorrerie corsare turco-barbaresche e la volle chiamare Cosmopoli. La scelta di Cosimo I per tale sito su cui fondare la sua città ideale è da ritrovarsi nella felice orografia del luogo classificato come “porto rifugio” dove fece costruire la Darsena Medicea, che ancora oggi è un porto ad alta sicurezza, anche nei giorni di vento impetuoso e di mare agitato. Al centro della Darsena c'è la Porta a Mare che era l'ingresso da mare alla città medicea, costruita sulla base di rapporti geometrici perfetti, che hanno caratterizzato il Rinascimento. Gli architetti rinascimentali Bellucci e Camerini hanno realizzato possenti fortificazioni che si adattano alla conformazione del terreno di questa piccola penisola, adiacente alla rada. L’intera cittadina fortificata si sviluppa all’interno di molteplici cinte murarie che partono dal livello del mare. L'impianto si conclude in alto con il Forte Falcone (conosciuta come “la fortezza nella fortezza”) a Nord Ovest e dalla parte opposta, in direzione Nord Est, con il Forte Stella, tutti collegati da bastioni e camminamenti coperti. Oggi è possibile visitare solo il Forte Falcone, imponente struttura di 2360 metri quadri, da poco restaurato, dove è stata allestita la mostra sulle origini storiche della Portoferraio medicea. Attraverso strettoie, feritoie, bastioni e cunicoli, la visita al Forte è un tuffo nella storia dell'Isola e dell'Italia.

Residenze napoleoniche

Era il 4 maggio 1814 quando Napoleone Bonaparte sbarcò sull’Isola d’Elba. Lo sbarco avvenne proprio a Portoferraio, dove il primo imperatore francese fissò la sua prima dimora, nella Villa dei Mulini, all'interno del sistema difensivo delle fortezze medicee. Napoleone rimase nove mesi sull'Isola, fino al 27 febbraio 1815, il tempo di stravolgere la vita della comunità elbana che ancora oggi ne sente le tracce: "Quello che si snoda tra le meraviglie dell’Isola d’Elba è un vero e proprio percorso tra le pieghe del tempo, fatto di curiosità, opere artistiche e architettoniche che guidano gli ospiti lungo le tappe di un esilio capace di sopravvivere anche fuori dai libri di scuola, affascinando appassionati di storia e non solo", spiegano le guide di VisitElba.

La prima tappa di questo tour alla scoperta della storia di Napoleone Bonaparte sull'Isola parte dalla Villa dei Mulini, collocata tra il Forte Falcone e il Forte della Stella nella città medicea, dove l'imperatore decise di fissare la sua prima residenza elbana.  La palazzina è così chiamata per l’antica presenza nel luogo di alcuni mulini a vento. La villa fu scelta come residenza principale per la sua posizione strategica e l’ampia vista sul mare. Qui sono ancora presenti gli arredi voluti da Napoleone e i libri con cui preferì accompagnarsi durante il suo esilio. Sempre a Portoferraio Napoleone fece trasformare l’antica chiesa sconsacrata del Carmine nel Teatro dei Vigilanti, dove la sorella Paolina amava organizzare numerosi balli, animando con feste e musica la vita degli elbani. Il teatro è attivo tutt'oggi.

Villa San Martino, nell’entroterra dell’isola, fu invece  la residenza estiva di Napoleone, che fece riadattare l'edificio già esistente abbellendo le sale con affreschi e stampe dell’Ottocento, e dove è oggi possibile ammirare l’originale della Galatea del Canova per cui posò la Paolina Borghese, sorella dell’Imperatore. La dimora avrebbe dovuto essere il nido d’amore da condividere con la moglie Maria Luisa, che però non lo raggiunse mai sull’isola. Disseminati per l’Isola d’Elba si trovano numerosi altri luoghi legati all’imperatore francese: la Casetta Drouot, edificio storico del XVIII secolo decorato nel tipico stile settecentesco elbano e appartenuta al conte Drouot, Governatore dell’isola d’Elba durante l’esilio di Napoleone; la Pinacoteca Foresiana, che conserva una copia del ritratto di Napoleone Imperatore, alcuni libri donati dal generale alla città e altri oggetti di epoca napoleonica; l’isola Paolina, così ribattezzata in onore della sorella di Bonaparte che amava la piccola spiaggia che si trova di fronte all’isolotto.

Castello del Volterraio

Il Castello del Volterraio è la più antica fortificazione di tutta l’isola d’Elba. L’origine del nome è incerta: questa potrebbe derivare dall’etrusco vultur (ovvero “avvoltoio”) o dal territorio volterrano da cui proveniva l’architetto Vanni di Gherardo Rau che ne curò la ricostruzione nel XIII secolo. L’impianto originario di origini etrusche, fu modificato dai Pisani che utilizzarono la fortezza per difesa. La fortezza non fu mai espugnata dai pirati turchi che razziarono più volte l’Elba. Per la sua posizione strategica, visibile da quasi ogni punto dell’isola, il Castello è sempre stato un luogo di rifugio per gli elbani , di guardia e a difesa di tutto il territorio elbano. Oggi il castello è di proprietà del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, che ne sta curando un delicato progetto di recupero.  Per visitare il Castello bisogna salire a piedi fino alla cima del monte che lo ospita ma una volta in cima lo spettacolo è mozzafiato. Si possono ammirare i maestosi resti delle mura e godere di una vista unica sul golfo di Portoferraio.

Foto Stefano Govi
Foto Stefano Govi

Adolfo Coppedé all'Elba

L'Isola d'Elba fu scelta da Adolfo Coppedè, artista eclettico, architetto fantasioso ed esuberante, personaggio vulcanico e coraggioso, come terreno d'inizio  della sua attività professionale. Tra il 1900 e il 1905, su commissione dell’amico, l’onorevole Pilade Del Buono, qui progettò ville, palazzi, monumenti nel nel suo originale stile architettonico del Liberty, detto appunto “Coppedè”. Il famoso " Stile Coppedè "
si aggancia al filone neoeclettico europeo dei primi decenni del 900, che assumeva i modelli medievali come stilemi per la progettazione, usando la pietra per creare dimore turrite e castelli merlati, con sculture sulle facciate, decorazioni floreali, teste femminili, mascheroni e vari simboli ed elementi compositivi, ricchi di attrattiva e seduzione.

Sull'Isola d'Elba sono varie le testimonianze del passaggio di Coppedè come il mausoleo Tonietti, un edificio funerario situato a Cavo, nel comune di Rio sull'isola d'Elba, che fu costruito dall'architetto fiorentino per la famiglia Tonietti quale tomba di famiglia , grazie al tramite dell'industriale Pilade Del Buono, amico del Coppedè e socio di Ugo Ubaldo Tonietti, figlio di Giuseppe, nella società Elba fondata nel 1899. La struttura è un torrione vista del mare su base quadrilatera, cinta da una balaustra. Costruito in granito elbano con cornici e decorazioni in marmo bianco e pietra serena con leoni alati, prue rostrate e l’aquila isopra scritta “famiglia Tonietti”. All’interno una scala elicoidale conduce alla sommità. La sua forma e posizione ricorda un faro. Il mausoleo, tuttavia, non fu mai utilizzato per la sua funzione a causa della mancata autorizzazione cimiteriale dell'area e oggi vessa in condizioni di totale abbandono e degrado. Dell’opera sua forse più significativa ,”Palazzo dei Merli” in calata Mazzini non rimane nulla perché distrutto dai bombardamenti bellici della seconda guerra mondiale.

In località S. Martino, proprio all’inizio del viale che conduce alla villa napoleonica, l’architetto Coppedè ha edificato la casa padronale per Pilade Del Buono che oggi è un albergo di lusso. A Portoferraio, nel porto dove arrivano i traghetti, è impossibile non notare il Palazzo per gli uffici d’amministrazione degli altiforni , commissionato da Pilade Del Buono per conto della Società Elba, poi di proprietà del Banco d’Italia. L'edificio, a pianta rettangolare, ha quattro piani oltre il piano terra, l’edificio era connotato da un monumentale loggiato in bugnato a finta pietra, oggi transennato. Infine nel cimitero della Misericordia a Portoferraio c'è la Cappella funeraria per la famiglia Del Buono, un monumento goticheggiante su base quadrilatera con quattro colonne, senza muri, a sostenere una cupola. Sulla cima della cupola è posato un angelo bronzeo attribuito allo stesso Coppedè che eleva la struttura verso il cielo

Le Miniere di ferro

Le miniere dell'Isola d'Elba ancora oggi sono considerati tra i più estesi bacini minerari al mondo, con oltre 200 varietà minerali presenti nella superficie dell’isola e più di un ventesimo di tutti i minerali presenti sulla terra. Tutte visitabili attraverso un viaggio esperienzali sopra terra e sottoterra, le miniere raccontano un pezzo di storia dell'Isola, dall'epoca etrusca fino ai giorni nostri. Chiuse nel 1981 dopo quasi duemila anni di attività, le miniere ferrose dell’Isola d’Elba oggi sono un museo a cielo aperto: "Il rosso del ferro, l’oro della pirite e l’argento dell’ematite, fino alle mille sfumature del granito.  Quello dell’Elba è un viaggio tra i colori delle pietre, custodite da sempre nel ventre dell’isola e scavate, a partire dagli Etruschi fino a una manciata di anni fa, con giacimenti inesauribili tanto da sembrare eterni".

Cantine d'autore

“Gli abitanti dell'isola d'Elba sono forti e sani perché il vino dell'isola dà forza e salute”, diceva spesso Napoleone. Grazie infatti al sole, alla brezza marina, al terreno e ai profumi della macchia, i vini dell’isola sono davvero pregiati e unici. Fu proprio Napoleone a istituire la prima DOC elbana equiparando i vini dell'Isola a quelli francesi. Sono dunque tante le cantine di pregio all'Elba, tra queste spicca la cantina della Tenuta delle Ripalte, progettata dall'architetto Tobias Scarpa come un grande parallelepipedo rivolto verso il mare e inserito nel Colle di Gianni. "L’intento è stato quello di mascherare la struttura con il contesto paesaggistico circostante e nello stesso tempo di intercalarlo nello scenario dell’ambiente mediterraneo. ", racconta l'architetto, "L’aspetto monolitico del fronte della cantina è dato da una stretta maglia di pilastri rivestiti in pietra Calamita prelevata dalle vicine cave. L’edificio si sviluppa su tre livelli e risponde alla logica del trasferimento dei prodotti per mezzo della gravità mentre la copertura della cantina è costituita da un terrazzo utilizzato per l’appassimento delle uve con una vista panoramica mozzafiato sui vigneti circostanti e sulle coste dell’isola".

L'architettura naturale

Il granito dell’isola d’Elba è, insieme ai tesori mineralogici che danno il nome all’isola, una delle risorse più preziose e caratteristiche del territorio, tanto da essere esportato nel resto d’Italia e d’Europa sin dai tempi dell’impero romano. Passando dal versante orientale a quello occidentale, il rumore metallico delle miniere del ferro lascia il posto a quello ritmico e scandito degli scalpellini del granito. Percorrere la cosiddetta “via del granito” è dunque un'altra esperienza interessantissima per comprendere l'Isola dal punto di vista storico e paesaggistico. La via del granito si snoda tra le alture della costa sud-occidentale dell’isola, tra le località di Cavoli, Seccheto e Fetovaia (Comune di Campo nell’Elba).  "Grande è lo stupore di chi, addentrandosi nei sentieri nella zona di San Piero, Cavoli, Seccheto e Fetovaia, si imbatte in manufatti sbozzati nella roccia: colonne, altari e vasche che, dimenticati in quelle che erano le antiche cave, raccontano una storia lunga secoli.", raccontano le guide esperte di VisitElba, "Anche se l'utilizzo del granito è testimoniato già dall'epoca preistorica e etrusca, come si constata dagli utensili, pestelli e macine ritrovate in queste zone e dalle tombe e fortezze d'altura, prima etrusche e poi romane, è dall'arrivo dei romani che il granito elbano inizia ad essere considerato un materiale prezioso da modellare ed esportare nei luoghi più importanti dell'Impero". Sette delle colossali colonne del Pantheon sono fatte con il granito di Seccheto secondo il Vasari. Passeggiando per i sentieri collinari e montani del massiccio del Capanne, specie nel versante sud, ci si imbatte in particolari costruzioni in pietra, a pianta circolare e copertura a pseudocupola, isolate o addossate a grossi massi e dotate di recinti per animali, anch'essi in pietra. Sono i caprili, architetture che i pastori avevano creato su queste colline per portare al pascolo il bestiame con una vista panoramica d'eccezione.

Gli antichi lavatoi

Uno degli insediamenti più antichi dell’isola d’Elba è Rio, un borgo ricco di storia fra vestigia dell’attività mineraria e luoghi di interesse storico e culturale. Il centro abitato del piccolo paese di Rio è arroccato su di un colle a circa 170 metri sopra il livello del mare, nel versante nord-orientale dell'isola. Il territorio conserva numerose tracce del suo antico passato. A pochi passi dal centro storico, non ci sono solo le famose e impressionanti miniere del ferro di Rio, ma si trova anche la suggestiva Fonte dei Canali, recentemente restaurata, formata da cinque bocche e alimentata da una ricca sorgente. Accanto ai Canali si trovano i Lavatoi Pubblici, una monumentale struttura con soffitto a capriate e finestroni, che creano effetti di luce e riflessi unici nell'ambiente. I Lavatoi sono stati utilizzati fino agli anni ‘80 del secolo scorso.

Elbawood

L'Isola d'Elba è da sempre stata un set per film, programmi e serie tv d'eccezione, qui hanno girato Anthony Quinn e Rita Hayworth, e Nello Santi immaginava “Mani sulla città". E proprio lo storico produttore cinematografico, marito di Franca Invernizzi, aveva qui la sua villa. Si tratta di Villa Invernizzi a Lacona, che da orgoglioso elbano ha sempre frequentato l'isola. Innamorato della sua isola, Nello Santi riuscì a portare qui registi e personaggi del calibro di Walter Chiari, Francesco Rosi e Lina Wertmuller, ospiti della meravigliosa casa. Poggiata su un promontorio panoramico, la proprietà di Nello Santi all'Elba si estende per vari ettari. La casa su un unico livello conserva la struttura originaria a corte interna: le stanze ruotano tutte attorno ad un salotto centrale semicoperto con opere d'arte e arredi di design unici e preziosi. All'esterno la villa è circondata su uno spettacolare giardino panoramico dove si cela, nel verde, l'area piscina con solarium e una zona pranzo con un lungo tavolo tutto scolpito nel granito. Santi, fondatore della Galatea Film e presidente di Cinecittà negli anni 70, ha prodotto alcuni dei film più amati della storia italiana come il già citato Le mani sulla città, ma anche Salvatore Giuliano, Il Bell'Antonio, Divorzio all'italiana.

Ristoranti di design

L'Isola d'Elba non è solo una meravigliosa fucina di storia, cultura, arte e natura, ma è un territorio ricco di prodotti eccellenti e strutture di qualità dove poter conoscere la cultura culinaria del posto. Recuperando una vecchia macelleria, l"Osteria Moderna" è un piccolo e delizioso ristorante di design posto in una delle piazze principali di Capoliveri. Il patron e chef Matteo Cantarello propone piatti tipici del territorio e della cucina classica italiana rivisitati in chiave moderna. Le materie prime utilizzate sono fresche e locali, in particolare il pescato del giorno. Per chi vuole mangiare con il suono delle onde del mare sul sottofondo, il Ristorante Pizzeria Mambo a Rio Marina è la scelta giusta. Per chi vuole in riva al mare, con i piedi sulla sabbia, si può mangiare piatti tipici della cucina elbana presso il Ristorante da Ledo. All'Isola d'Elba ovunque vai provi sapori magnifici in contesti da cartolina.

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