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L’artista che ricrea i grandi capolavori dell’arte sulla spiaggia con i ciottoli colorati

Dalla Gioconda di Leonardo da Vinci a La Ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer, Justin Bateman è un artista britannico che ricrea i grandi capolavori dell’arte sulla spiaggia con i ciottoli colorati. “I ciottoli sono i miei pixel.”, spiega Bateman, “In un mondo con un appetito implacabile, preferisco usare di meno; la registrazione del mio lavoro è solo un’impronta digitale poiché non lascio alcuna traccia fisica della mia presenza nell’ambiente”.
A cura di Clara Salzano
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"Un'opera d'arte quando viene collocata in una galleria perde la sua carica e diventa un oggetto portatile o una superficie svincolata dal mondo esterno", scriveva Robert Smithson. Ed è da questa citazione che parte il lavoro dell'artista Justin Bateman che ricrea i grandi capolavori dell'arte sulla spiaggia con i ciottoli colorati, da "La ragazza con l'orecchino di perla" di Vermeer alla "Gioconda" di Leonardo da Vinci.

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Il lavoro di Justin Bateman, 44 anni, è iniziato in Thailandia quando è rimasto bloccato a Chiang Mai dall'inizio della pandemia, così ha iniziato ad usare i ciottoli colorati della spiaggia per ricreare i ritratti della Regina Elisabetta, Picasso e altri per passare il tempo: "L'agricoltore di cui ho fatto il ritratto è rimasto molto perplesso quando gli ho mostrato il lavoro…Lo amava, ma sembrava confuso sul perché l'avessi fatto.", ha spiegato l'artista britannico Justin Bateman,"Ho esplorato la land art per molti anni, ispirandomi ad artisti come Andy Goldsworthy e alle pratiche spirituali dei monaci tibetani. I monaci trascorrervano molte ore a creare mandala di sabbia, solo per spazzarli via una volta completati. L'impermanenza è una caratteristica importante del mio lavoro; quanto tempo deve esistere un'opera d'arte per avere valore? Rifiutando i materiali dell'"alta arte" come il bronzo e gli oli (materiale di "Dio rinascimentale) e tornando a una semplicità più simile ai nostri antenati cavernicoli. Potresti dire che i ciottoli sono i miei pixel. In un mondo con un appetito implacabile per di più, preferisco usare di meno; la registrazione del mio lavoro è solo un'impronta digitale poiché non lascio alcuna traccia fisica della mia presenza nell'ambiente. Il mio lavoro esplora temi di persone, luogo e tempo, ordine e caos… ‘L'entropia della vita'".

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