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Ritratti iperrealistici: l’arte della matita di Monica Lee

Monica Lee non è un fotografa ma un’artista che usa solo carta e matita per catturare ogni dettaglio dei suoi soggetti.
A cura di Clara Salzano
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Che tu sia un appassionato di arte fotorealistica o no, e indipendentemente dagli strumenti che si utilizzano per riprodurre le foto, è impossibile ignorare le abilità dell'artista malese Monica Lee che con un perfetto controllo della grafite su carta riesce a realizzare dei ritratti iper-realistici, come una fotocopiatrice umana. "Mi piace sfidare me stessa con ritratti complessi soprattutto di persone con lentiggini o barba. E io sono dipendente dai dettagli. Mi piace disegnare tutti i particolari che posso nel mio lavoro", spiega l'artista che attraverso Istagram e facebook riscuote sempre più successo. La sua attenzione agli aspetti minuti del nostro mondo, cose che talvolta neppure i nostri occhi riuscirebbero a notare, è mozzafiato. Guardando negli occhi di queste illustrazioni di grafite sembra di trovarsi difronte ad uno sguardo reale, intimo.

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Monica Lee è stata un artista digitale per 12 anni fino a quando non ha deciso di proseguire il suo lavoro da sogno come illustratrice. Lei senza sforzo solo con la matita cattura ritratti complessi di ragazze e ragazzi lentigginosi. Molte di queste opere d'arte richiedono 3 o 4 settimane per essere terminate. Alcuni dei suoi disegni sono basati su opere di altri artisti; per esempio, la ragazza con gli occhiali da martellina Nystad. "Sono cresciuta apprezzando il valore delle fotografie. Ecco perché io preferisco la foto in stile realista rispetto ad altri stili. E di recente, mi sono imbattuto nel lavoro di Dirk Dzimirsky e Paolo Cadden Il loro realismo funziona solo con l'ausilio delle matite di grafite che mi affascina totalmente! E io voglio essere in grado di farlo".

Curiosità sullo strumento di lavoro di Monica Lee: la matita come la conosciamo attualmente fu creata nella seconda metà del XVI secolo, dopo la scoperta da Cumberland, in Inghilterra, di miniere del minerale detto grafite. Fu scoperto un giacimento di grafite estremamente pura e solida che venne inizialmente utilizzata per segnare il bestiame. L'attuale costruzione della matita costituita da un'anima di grafite inserita in un profilo cilindrico o esagonale di legno, tipicamente pioppo, viene attribuita a due italiani, Simonio e Lyndiana Bernacotti. La maggioranza delle matite prodotte negli USA sono di colore giallo. La tradizione ebbe inizio nel 1890 quando L. & C. Hardtmuth in Austro Ungheria introdusse la marca Koh-I-Noor, dal nome di un celebre diamante. Il colore giallo voleva attirare l'attenzione sulla qualità della matita, sulla provenienza (asiatica) della grafite e sui colori della casa d'Asburgo (giallo-nero). Altre marche copiarono il colore in maniera che anche le loro matite venissero associate al concetto di elevata qualità.

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