La casa del Grande Fratello Vip 6 è accessibile ma non inclusiva: un esperto ci spiega perché
È iniziato il Grande Fratello Vip 6 e tutti gli occhi sono puntati sulla casa più spiata d'Italia. La prima puntata del reality show condotto da Alfonso Signorini è andato in onda ieri su Canale 5 e in streaming mostrando, oltre ai nuovi concorrenti e i loro look, tutti i dettagli del set di Cinecittà, già accennati in alcune immagini spoilerate della casa. Dalla zona living più ampia alla camera quadrimoniale, sono tante le novità introdotte in questa edizione del Grande Fratello Vip 6, soprattutto perché è la prima volta che per la casa del GF si affronta la necessità di rendere il set accessibile a tutti, anche a concorrenti con mobilità ridotta come Manuel Bortuzzo, giovane promessa del nuoto italiano, rimasto paralizzato in una sparatoria. Andando ad analizzare bene le immagini e i video della casa del GF Vip 6, abbiamo notato l'assenza di barriere architettoniche ma ci siamo chiesti se effettivamente sia stata progettata un'abitazione a misura di tutti. Abbiamo chiesto il parere di Francesco Rodighiero, Presidente dell'Associazione Design For All Italia, che si occupa di progettare spazi per persone con esigenze e abilità diversificate.
Come valuti la casa del Grande Fratello Vip 6 rispetto all'assenza di barriere architettoniche per disabili?
Mi sembra che la casa sia preesistente e quella fatta sia stata un'opera, abbastanza classica, rispettabile, di adeguamento e abbattimento delle barriere architettoniche. In questo caso il lavoro eseguito è stato fatto esclusivamente per persone con mobilità ridotta (n.d.r. perché ricordiamo che le disabilità e diversità umane sono molteplici) per cui l'adeguamento funziona e sicuramente il beneficio è evidente. D'altro canto, il grave difetto di questo adeguamento è quello di creare l'effetto discriminatorio perché se io faccio un'unica rampa, accanto alle scale esterne destinate a tutti gli altri concorrenti, parliamo di percorso preferenziale per cui tutti fanno le scale e solo la persona con mobilità ridotta attraversa la rampa. In questo modo l'intervento non va a fare altro che denunciare chiaramente la difficoltà.
Quale potrebbe essere una buona prassi progettuale tenendo in considerazione persone con esigenze e abilità diversificate?
In un'ottica più "Design For All" si dovrebbe avere un percorso con una rampa per tutti. Nel caso del GF Vip 6 stiamo parlando di intervento di seconda battuta; la buona prassi, in caso di progetto ex novo, è che si tende ad evitare questi percorsi preferenziali in modo che tutti siano percepiti come abili allo stesso modo, anche se con abilità diverse. Nella casa del Grande Fratello Vip 6 non c'è caratterizzazione, secondo me. Inoltre la cucina dovrebbe essere ribassata e sotto il piano fornelli e il ripiano di lavoro dovrebbe esserci spazio libero, senza mensole né ante, come un tavolo da pranzo, per muoversi agevolmente. Non si dovrebbero mettere pensili in alto ma sfruttare gli spazi al di sotto delle zone non di lavoro della cucina. Lo spazio mi sembra distribuito adeguatamente. La facile circolazione credo sia garantita. Per tutte le rotazioni dovrei aver misurato l'abitazione ma a prima impressione non mi sembra siano stati fatti gravi errori né grossi interventi che può essere vista anche come una scelta positiva perché la persona si sente così integrato in un ambiente adeguato, non specializzato.
Quando possiamo parlare di casa accessibile a tutti?
Bisogna fare una premessa. Io distinguo tra due fattori che non si riferiscono solo all'accessibilità. Il termine accessibilità deriva da accesso ed entrare e uscire da uno spazio non vuol dire che si possa fruire dei servizi. Io parlo spesso di inclusione, che è un concetto sociale, è molto di più perché implica tutti quei dettagli che permettono all'utente di essere compreso, capito, curato, nelle sue difficoltà. Con l'inclusione le attenzioni sono di più, diverse della solo accessibilità. Per cui parlerei di casa accessibile e inclusiva. Quello di cui io terrei sempre in considerazione è l'età cioè il deterioramento del mio corpo mi porta come l'ipovisione. La casa deve essere molto funzionale, nel senso di facilmente comprensibile, non solo dagli abitanti ma anche dagli ospiti che devono comprendere subito come funzionano gli spazi che è un beneficio per tutti, non solo per le persone con disabilità o anziane. E questo è il concept sotteso di Design for All.
Cos'è Design for All?
Design for All è il design per la diversità umana, l’inclusione sociale e l’uguaglianza. Un progetto, dal prodotto all'urbanistica e ai servizi, che prevede l'inclusione dell'utente finale e di tutti i soggetti che hanno a che fare con il progetto come i progettisti, designer, imprenditori, amministratori e dirigenti politici. La pratica richiede il coinvolgimento degli utenti finali in ogni fase del processo di progettazione ma Design for All consente a tutte le persone di avere pari opportunità di partecipazione in ogni aspetto della società. Il Design for All è un processo che permette di ridurre l'errore, il ché significa risparmiare.
Come deve essere una casa Design for All?
Design for All non progetta solo per le persone disabili ma per tutte le persone, tenendo conto delle loro abilità, delle esigenze nel tempo, che possono comprendere anche le disabilità. Una casa Design For All è una casa confortevole per tutti, accessibile e inclusiva, non solo per la persona disabile. Questo è l'elemento vincente. La casa inclusiva non è la casa del disabile perché se si evidenzia come casa della persona con disabilità vuol dire che denuncia la difficoltà, la fragilità, invece deve essere uno spazio che trova il giusto equilibrio tra le cose, e che tutti ne possano beneficiare, senza pregiudizi. Ad esempio, quando progettiamo una casa che ha più di un piano, prevediamo già il vano dell'ascensore anche se non lo inseriamo di prima battuta. Perché la vita è ricca di imprevisti e questo già prevedere la necessità di un'ascensore vuol dire risparmiare, rispetto a dover cambiare casa per la sopraggiunta esigenza o abbattere e ricostruire un eventuale vano scala. Una casa Design for All considera inoltre le funzioni, per cui la casa dovrebbe avere un'illuminazione regolabile perché le esigenze visive possono cambiare con il tempo.
Qual è il futuro per Design for All?
L’uomo standard non esiste. Esiste, invece, l’uomo come sistema complesso con abilità diversificate. Il mio augurio è che si smetti di parlare di "Design For All" e si parli semplicemente di progetto. È assurdo che il progetto debba avere delle connotazioni speciali per far comprendere nel 2021 alle persone che la popolazione è fatta da individui diversi, con esigenze differenti. Quando questo si realizzerà noi avremo raggiunto il nostro obiettivo.