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Le città del futuro avranno le gambe per seguire migliori posti di lavoro e risorse

L’architetto spagnolo Manuel Dominguez propone un’idea di eco-metropoli mobile per muoversi ovunque in cerca di migliori opportunità climatiche e di lavoro.
A cura di Clara Salzano
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In un periodo storico in cui la gente ha uno stile di vita sempre meno stabile e sempre più mobile, in cui si sente parlare solo di flessibilità e i posti di lavoro e le risorse cominciano a diminuire, le città moderne subiscono processi difficili e spesso dispendiosi di contrazione urbana. VLS (Very Large Structure) di Manuel Dominguez, un neo-lureato all’ETSA di Madrid, affronta e cerca di risolvere proprio questa tematica proponendo una città mobile in grado di spostarsi autonomamente su grandi cingoli in luoghi dove il lavoro e le risorse sono abbondanti.

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Potrebbe sembrare di essere all'interno di un film di fantascienza, o di fronte ad una delle architetture utopiche della storia, ma lo sviluppo di una città sostenibile con le gambe, che possa trasferirsi ovunque, è realistico, soprattutto per il rigore con cui Dominguez ha costruito questa utopia possibile. La metropoli camminerà attraverso l'uso di cingoli, simili a quelli dei serbatoi, e avrà tutto quello che ci si aspetta da una città, tra cui impianti sportivi, ristoranti, università, ospedali e biblioteche.

Nella Storia dell'Architettura sono state numerose e varie le manifestazioni di cambiamento necessarie per affrontare il futuro dell'architettura e delle città. Questi progetti alternativi spesso sono stati insultati dalla critica e ignorati dalle teorie storiche generaliste, ma naturalmente con VLS non è la prima volta che viene proposta l'idea di una città nomade. Ron Herron, architetto che nel 1964 prese parte al gruppo di avanguardia architettonica Archigram, ideò “Walking City”, letteralmente la città che cammina, ma lasciò il progetto in forma di mito futuristico senza alcuna attinenza al reale.

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Per Dominguez era importante invece che il suo progetto fosse teoricamente possibile, è per questo che ha guardato al mondo della meccanica pesante per ispirare il telaio in acciaio colossale della struttura. Inoltre la città, nonostante le sue enormi dimensioni (400000 tonnellate), ha molto meno impatto sull'ecosistema circostante includendo ad esempio fonti rinnovabili per la produzione di energia. La sua mobilità è prevista anche come un modo per incoraggiare il rimboschimento delle città che andrà a sostituire.

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Anche se sono passati quasi 50 anni da quando una città in movimento è stata proposta, se si considera il numero di città occidentali che attualmente stanno vivendo rallentamenti devastanti, sia economicamente che in termini di crescita demografica, l'idea, intrigante, di Manuel Dominguez comincia a sembrare comprensibile e di gran lunga più rilevante di quanto possa apparire a prima vista. Certo però che sarebbe quasi terrificante un futuro di colossi di metallo che camminano.

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