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Napoli, nel primo Ospedale delle Bambole d’Italia

Nel cuore del centro storico di Napoli, lungo la rinomata Spaccanapoli, dal 1895 esiste una realtà unica nel suo genere, si chiama Ospedale delle Bambole ed è un luogo magico dove i giocattoli rotti tornano a nuova vita e un museo in cui tutti possono immergersi nei segreti del mondo vitale delle bambole e nei propri ricordi.
A cura di Clara Salzano
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Bambole, peluche e tanti giocattoli d’infanzia, stropicciati, malconci e feriti dal tempo, hanno un luogo in cui curarsi, si trova a Napoli e si chiama Ospedale delle Bambole. A gestirlo è un vero primario, Tiziana Grassi, che, da quattro generazioni e con una archivio di soccorso unico al mondo, porta avanti la tradizione familiare di restaurare i giocattoli rotti, specialmente bambole e orsetti. L'Ospedale delle Bambole è una vera e propria clinica per giocattoli ma anche un museo unico al mondo dove i ricordi d'infanzia prendono vita.

Le origini

Dal 1895 l'Ospedale delle Bambole porta avanti una tradizione familiare di cultura e artigianato di qualità. Questa realtà unica nel suo genere è stata fondata dal "dottor" Luigi Grassi, scenografo dei teatri di corte e dei teatrini dei pupi, che aveva una storica bottega/laboratorio lungo Spaccanapoli, in via San Biagio dei Librai, dove restaurare i pupi ed altri oggetti. L'idea di un vero e proprio ospedale delle bambole è arrivata quando una mamma di quartiere gli chiese: "ma vuj facit pur e capil?". Da quel momento, tutte le bambole e i giocattoli d'infanzia malconci, da ogni parte di Napoli, venivano portati a riparare presso il piccolo negozio di Luigi Grassi che su una tavola bianca ebbe l'intuito di dipingere una croce rosse e scrivere ‘Ospedale delle Bambole?, ancora oggi il logo del laboratorio.

L'attività è continuata anche durante la Seconda Guerra Mondiale, quando la bottega era gestita da Michele Grassi che riparava le bambole "al prezzo di un sorriso", racconta la nipote Tiziana Grassi, e "provava a portare un po' di gioia sui volti delle bambine tristi".  La tradizione di famiglia è stata proseguita dal figlio Luigi, divenuto, col suo laboratorio e il suo tipico naso aquilino, una vera e propria istituzione del centro storico di Napoli e nei ricordi di tutti i cittadini. Oggi l'Ospedale delle Bambole è guidato da una donna, emblema della contemporaneità, che ha spostato la piccola bottega, divenuta ormai una meta di pellegrinaggio di turisti da ogni parte del mondo, nel cortile di Palazzo Marigliano, sempre su Spaccanapoli, in uno spazio più grande. Tiziana Grassi, quarta generazione di restauratori di bambole, ha trasferito in via San Biagio dei Librai 39 il laboratorio di restauro e ha fondato il Museo dell'Ospedale delle Bambole, un luogo fuori dal tempo dove attraverso immagini, suoni e voci si racconta la storia della storica bottega e delle bambole che qui abitano o transitano da ogni parte del mondo, con le loro ferite ricucite, in un "unico racconto di volti, affetti e ricordi".

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Tradizione e attualità

"Da quattro generazioni ci prendiamo cura dei tuoi ricordi", è questa la missione dell'Ospedale delle Bambole. Dal 1800 non ha mai fermato la sua attività. Oggi, l'antica arte di restaurare bambole e peluche viene portata avanti da Tiziana Grassi, che con grande sensibilità e competenza, dona nuova luce ai giocattoli rotti: "Utilizziamo antiche tecniche di restauro per recuperare porcellana, legno, cartapesta, plastica, latta; recuperiamo stile, acconciature (parrucche sintetiche, mohair, prodotti specifici) e vestitini di una volta perché non perdano la loro storia (riproduciamo merletti, tessuti e modelli dall’Ottocento ai giorni nostri.)". L'Ospedale delle Bambole funziona proprio come un ambulatorio dove i clienti portano i propri giocattoli feriti e attendono una diagnosi di cura. Il primario Grassi ed il suo team, attraverso radiografie e analisi dettagliate, restaura ogni bambola, orsetto, oggetto dell'infanzia per restituire un sorriso ed un emozione ai legittimi proprietari.

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Il Museo

Il primario Tiziana Grassi ha fondato il museo dell'Ospedale delle Bambole con l'intento di tramandare la sua storia "antica, una storia di emozioni, ricordi e oggetti preziosi, di memoria e tradizione". Grazie al progetto di Kaos produzioni, accanto al laboratorio di restauro, ha preso vita un Museo visitabile di 140 metri quadrati dove bambole intere, arti spezzati, mani, teste, piccoli giocattoli e meccanismi sonori raccontano i segreti delle bambole e la storia, la magia, l'amore e la vita che ogni giorno pulsa nell'Ospedale delle Bambole. Perché il laboratorio di Tiziana Grassi, come amava dire anche il padre, è in tutto identico ad un ospedale eccetto perché da qui tutti i giocattoli tornano a vivere. Il Museo è infatti suddiviso in reparti, c'è la Sala Accettazione, il Pronto Soccorso, l'Ambulatorio Veterinario, il Reparto Donazioni, Reparto Oculistico, Ortopedico, etc. Qui "Emozioni, ricordi, nostalgie si rigenerano in nuove forme senza soluzione di continuità da oltre un secolo. Materiali diversi indicano il tempo di un mondo senza tempo, quello della fanciullezza senza età, dove le emozioni hanno il sopravvento".

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